Nei tempi che stiamo vivendo, è necessario trovare soluzioni utili sia alla produttività agricola che alla tutela dell’ambiente: a questo scopo, una pratica come la cura dei pomodori può aiutare tantissimo.
Non si tratta certo di una cosa “rivoluzionaria”, come del resto la maggior parte delle soluzioni naturali ed al 100% ecologiche presenti su queste pagine.
Tuttavia, c’è un aspetto importante da considerare, perché va nella direzione del contrasto all’inquinamento ambientale da un lato e del miglioramento della produttività agricola dall’altro.
Come già scoperto a proposito dell’olio di cumino nei confronti del mais, infatti, c’è la possibilità di aiutare le coltivazioni ad essere più protette contro l’inquinamento.
Nel caso di oggi c’è addirittura qualcosa in più, che rende questa soluzione (o meglio accorgimento) persino più decisiva ai fini della tutela dell’ambiente e della salute pubblica.
Ecco perché è importante andare alla scoperta di questo “doppio segreto” che i pomodori nascondono e che è utile conoscere.
L’applicazione sul campo dovrebbe poi essere una conseguenza del tutto naturale.
Cura Dei Pomodori Alla Base Di Tutto
Così come per ogni coltivazione, anche nel caso dei pomodori è necessario proteggere le piante da varie minacce ambientali.
Questo è il motivo per cui la cura dei pomodori cui fare riferimento è un pò diversa da quanto ci si potrebbe aspettare.
In particolare, si tratta di aggiungere un particolare additivo durante la coltivazione, che è in grado di conferire due proprietà distinte, ma egualmente importanti, alle piante di pomodoro.
Tali valori aggiunti sono:
- la capacità di resistere all’attacco di un pericoloso inquinante
- la capacità di contrastare direttamente l’inquinamento ambientale
Questa seconda caratteristica, in particolare, è determinante.
Una Speciale Cura Dei Pomodori Con 2 Diversi Obiettivi
Aggiungendo l’additivo presenetato più avanti, è possibile fortificare la pianta di pomodoro ed impedire di fatto che un particolare metallo pesante possa danneggiarla.
Per raggiungere questo importante obiettivo, l’additivo in questione migliora la tolleranza della pianta a questo pericoloso metallo.
Facendo questo, si raggiunge un secondo risultato, che potremmo considerare quasi come una sorta di “beneficio collaterale” grazie a questa particolare modalità di cura dei pomodori.
Si tratta della possibilità di assorbire lo stesso metallo inquinante, che comunque, sebbene assorbito e portato all’interno della pianta, non ne compromette la vitalità.
Un doppio successo realmente decisivo in molti contesti ambientali.
La Cura Dei Pomodori Per Proteggerli Dal Cadmio
L’oggetto dell’attenzione è, ancora una volta, rappresentato dal Cadmio.
Questo metallo pesante, così pericoloso anche per le coltivazioni di riso e di mais, può essere presente nell’ambiente in modo variabile, comunque pericoloso.
Uno degli approcci migliori per proteggere le piante (in particolare quelle destinate al consumo umano) è l’aggiunta di speciali additivi, tra cui abbiamo già notato l’olio di cumino in precedenti occasioni.
In questo caso, l’additivo scelto è molto diverso, ma ha la straordinaria capacità di conferire alla pianta di pomodoro un duplice beneficio.
Ci sono diversi additivi da usare per questo scopo, anche se in buona parte dei casi i meccanismi che sono alla base della loro efficacia ed utilità non sono ancora ben chiari.
Questo è, ad esempio, il caso delle nanoparticelle di selenio.
Nanoparticelle Di Selenio Per La Cura Dei Pomodori
Il settore delle nanotecnologie è sempre più rilevante, per molti ambiti e ragioni.
Nel caso di queste specifiche nanoparticelle, se ne conosce la specifica azione nei confronti delle piante.
In generale, queste hanno la capacità di mediare la tolleranza che le piante possono avere nei confronti del Cadmio.
In altre parole, l’aggiunta delle nanoparticelle di selenio nell’ambito della cura dei pomodori, consente di cambiare la resistenza che le stesse piante hanno nei confronti di questo pericoloso inquinante.
Questo è il motivo per il quale sono raccomandate in particolari contesti di rischio.
Come Applicare Queste Nanoparticelle In Presenza Di Piante Di Pomodoro
La modalità di applicazione è identica a quanto già osservato a proposito di altre soluzioni “nano”, come quella del nanoBiochar per salvare la pianta del cumino nero dall’inquinamento ambientale.
Si tratta della applicazione foliare, attraverso la nebulizzazione direttamente sulle foglie della pianta di pomodoro.
A seguito di questa applicazione si ha che le piante aumentano le loro capacità di adattamento alla presenza del Cadmio nel suolo ove si trovano a crescere.
La diretta conseguenza è la riduzione dei segni visibili di sofferenza, che invece si riscontrano molto bene nelle piante che non sono sottoposte a trattamento con le nanoparticelle di selenio.
L’Azione Diretta Nei Confronti Del Cadmio
Il primo meccanismo di azione, dopo aver nebulizzato questo additivo sulle foglie delle piante di pomodoro, riguarda l’assorbimento del Cadmio.
Infatti, questo metallo viene catturato a livello delle radici.
Al contrario, le altre parti della pianta sono quasi del tutto prive del metallo assorbito, il che ha un valore molto importante per le implicazioni in materia di salute alimentare.
Con questa distribuzione del Cadmio internamente alla pianta, infatti, si possono consumare i pomodori nonostante la pianta abbia accumulato anche importanti concentrazioni del pericoloso metallo.
L’Interno Della Pianta Di Pomodoro Subisce Varie Trasformazioni
Non è necessario entrare in dettaglio, perché si tratta di notazioni molto tecniche che non hanno un diretto impatto sulla questione ambientale.
Tuttavia, una cosa va sottolineata.
Questa particolare modalità di cura dei pomodori, con l’aggiunta delle nanoparticelle di selenio, determina la produzione e/o l’incremento di fitosostanze utilissime per detossificare il Cadmio una volta all’interno della pianta.
Proprio per questo motivo è possibile consumare il prodotto finale: grazie alle trasformazioni interne della pianta, il Cadmio non raggiunge le parti “sensibili” oppure viene detossificato prima.
Il risultato finale è un prodotto sicuro che può essere consumato.
Questa Cura Dei Pomodori Aiuta A Risanare L’Ambiente
Direttamente collegato a quanto osservato in precedenza, c’è un’altro aspetto molto rilevante.
Se il prodotto può essere comunque cosumato, non va dimenticato che le radici contengono una importante quantità di Cadmio assorbito.
Pertanto, la rimozione della pianta (con la sua radice) fa si che si rimuova anche il metallo dall’ambiente.
Un’azione di fitorisanamento che è resa possibile dalle nanoparticelle di selenio, le quali rendono la pianta più vitale ed “immune” al Cadmio.
Si capisce come sia importante e decisivo portare sul territorio questa pratica aggiuntiva nell’ambito della cura dei pomodori.
A partire dalle zone più a rischio, anche in presenza di altre coltivazioni vicine che possono essere minacciate dalla diffusione ambientale del Cadmio.
Una Maggiore Produttività, Con Un Minore Rischio
Il grande valore di questa “soluzione”, o meglio accorgimento, da inserire nella cura dei pomodori, è proprio la possibilità di trasformare l’agricoltura in settore doppiamente utile alla causa ambientale.
Da un lato, infatti, i campi agricoli possono assorbire gas serra grazie all’uso del Biochar, che (in aggiunta) contribuisce anche a ridurre il rischio di erosione del suolo.
Dall’altro, è possibile aumentare la capacità di assorbimento degli inquinanti anche per le piante destinate al consumo umano.
La presenza dei fitocomposti detossificanti all’interno delle stesse piante, stimolati dalle nanoperticelle di selenio (in questo caso), rendono sicuri i prodotti finali.
Quindi, più produzione e meno inquinamento. Un inquinamento rappresentato da metalli pesanti come il Cadmio che viene progressivamente limitato ad ogni ciclo di coltivazione.
Una frontiera ben più che interessante, nei confronti della quale la ricerca sta preparando sorprese di grande efficacia per l’agricoltura e la salute di oggi e di domani.
Conclusioni
Quella considerata oggi è una pratica di cura dei pomodori molto utile, soprattutto per ottimizzare lo sfruttamento (ecologico) delle aree a rischio di contaminazione.
Il Cadmio è un metallo molto presente, così come altri inquinanti variamente dislocati sul territorio.
L’uso delle nanoparticelle di selenio conferma la possibilità, già adesso, di intervenire per proteggere la natura ed anzi trasformarla in una vera e propria barriera alla diffusione dell’inquinamento.
Si tratta di una occasione da non perdere, per favorire il recupero della natura e consentire agli abitanti del pianeta di vivere meglio.