Pianta di cumino nero come soluzione a molti problemi ambientali: ma cosa accade quando ad essere a rischio è proprio la stessa pianta?
Un problema non di poco conto, se pensiamo alla grandissima utilità di questa pianta non soltanto per l’ambiente (cosa poco nota) ma anche per la salute individuale (cosa ben più nota).
Spesso non ci si pensa: quanto sicuri sono i prodotti naturali che assumiamo?
Talvolta non è semplice rispondere a questa domanda, infatti esistono moltissime condizioni ambientali e climatiche in grado di ridurre le proprietà anche dei migliori prodotti naturali.
Allo stesso tempo, esistono svariate azioni di salvataggio degli elementi naturali che ne consentono la preservazione e lo sviluppo in sicurezza.
Non c’è bisogno di specificarlo, ma si tratta di altri prodotti naturali usati come tali oppure come derivati, in grado di preservare (in questo caso) la pianta del cumino nero da un rischio potenzialmente gravissimo.
Scopriamo di cosa si tratta e cosa fare per evitarlo al meglio.
Pianta Di Cumino A Rischio Per La Presenza Del Cromo
Ci sono molte minacce per la salute degli elementi vegetali ed in molti casi sono gli stessi che hanno una grande pericolosità anche per gli esseri umani (ed altri animali).
In questo caso, si tratta di un metallo pesante che non dovrebbe più avere bisogno di presentazioni: il Cromo.
Un metallo pesante che può presentarsi in due forme, quella esavalente (Cr VI) e quella trivalente (Cr III).
Per qaunto riguarda questo caso specifico, il soggetto è il Cr III, perché rappresenta un serio problema per la salute delle piante e, come intuibile, anche per la pianta di cumino nero.
Il Cromo Da Evitare Per La Pianta Di Cumino
Tante volte capita di ascoltare vuote “rassicurazioni” sulla presenza di determinati inquinanti, Cromo compreso, perché sono stati rilevati dei valori “entro i limiti di legge”.
Il problema è che questi limiti non tengono conto della possibilità di bioaccumulo.
Immaginate quindi che la pianta di cumino sia esposta al Cromo: il punto non è sapere la concentrazione del metallo in un determinato tempo, piuttosto quanto Cromo è stato assorbito dalla pianta lungo tutto l’arco della sua vita.
Ecco perché serve una protezione utile ed efficace.
Il Cr III Grande Nemico Della Pianta Di Cumino
E’ proprio la forma trivalente (Cr III) quella da attenzionare per quanto riguarda il rischio riferito alla pianta di cumino.
Questo perché elevate concentrazioni di questo metallo nelle piante inducono variazioni importanti nei processi metabolici.
Il risultato è la more e/o una sofferenza che non consente di continuare a vivere per lungo tempo: questo dipende dalle concentrazioni.
Le piante mostrano segni evidenti di compromissione non solo nei loro processi vitali, ma anche nella loro forma.
La prima cosa da fare quindi è evitare che il Cr III possa venire in contatto con gli elementi vegetali presenti sul territorio.
Quali Fattori Di Rischio Legati Al Cr III Per La Pianta Di Cumino?
La cosa più “semplice” dal punto di vista strategico sarebbe evitare che le coltivazioni del cumino si trovassero in vicinanze delle sorgenti potenziali di Cr III.
La seconda cosa sarebbe installare barriere naturali al Cr III per evitare che esso possa venire in contatto con la pianta di cumino, qualora presente.
Prima di tutto, come sempre, è importante conoscere le sorgenti di emissione.
Si tratta prevalentemente delle seguenti:
- Acqua per l’irrigazione contaminata
- Eccessiva fertilizzazione
- Applicazione dei fanghi in agricoltura
Si ciascuno di essi si possono raccontare moltissime cose, ma non è questa l’occasione per farlo.
L’Effetto Finale Del Cr III Sulla Pianta Di Cumino
Senza entrare nei dettagli, quando il cumino nero cresce su di un suolo contaminato da Cr III, presenta una forte riduzione degli enzimi antiossidanti.
Questo ne riduce fortemente le capacità di sopravvivenza.
La conseguenza, è un’alterazione visibile della forma della pianta, che cresce molto meno e quindi spesso non riesce ad arrivare a completa maturazione.
Cosa persino più importante per il cumino nero, visto il suo grande valore come supporto per la salute, ma anche per le sue capacità di risanamento ambientale.
Cosa Usare Per Salvare La Pianta Di Cumino Dal Cr III
Arriviamo subito al punto.
Per salvare la pianta di cumino dalla pericolosa presenza del Cr III, si può fare riferimento ad una “piccola” soluzione.
Si, piccola nel senso letterale del termine: si tratta infatti del nano-Biochar.
Un “semplice” Biochar, quindi cenere che risulta dalla pirolisi (combustione in assenza di ossigeno) di determinate biomasse, per produrre energia.
In questo caso, si tratta di un Biochar le cui particelle sono di dimensioni “nano”, quindi ancora meno di un millesimo di millimetro.
Perché Usare Il Nano-Biochar Per La Pianta Di Cumino?
In generale, il Biochar ha ottime proprietà assorbenti di taluni contaminanti, ma anche la capacità di migliorare la vitalità delle piante.
In questo caso, la forma “nano” consente di portare persino un beneficio maggiore perché si tratta di un materiale che presenta due caratteristiche “tecniche” importanti.
Da un lato una maggiore area superficiale e dalla’altro una porosità maggiore.
Queste due caratteristiche sono fondamentali anche per intervenire su un problema completamente diverso, come quello dell’erosione delle coste (questo solo per testimoniare quanto importante è l’uso del Biochar per scopi ambientali).
Come Applicare Il Nano-Biochar Per Salvare Il Cumino
Questo “prodotto naturale” è molto versatile, anche nelle possibili modalità di applicazione.
Nel caso specifico, si tratta della nebulizzazione sulle foglie.
Immaginate di andare proprio a spruzzare il nano-Biochar sulle foglie della pianta di cumino, per favorirne l’assorbimento direttamente dalla parte superiore della pianta stessa.
Dopo vari anni di prove e test sul campo, finalmente nel 2023 si è giunti ad una formula di applicazione che fa da riferimento per chi volesse proteggere il cumino in questo modo.
La Formula Di Applicazione Del Nano-Biochar Per Questo Scopo
La dose più indicata per ottenere i migliori standard di protezione è una sola, che funziona meglio in tutti i casi.
Quindi, caso un pò particolare, non è vero che quando ci sia più Cr III al suolo bisogna applicare una maggiore quota di nano-Biochar.
La dose raccomandata è di 100 mg/L.
Questa dose funziona bene fino a quando la concentrazione del Cr III al suolo arriva a 300 mg/kg.
Tale limite è riferito alla quota di Cr III che determina i più gravi rischi per la pianta di cumino.
Il “range” ottimale per il funzionamento del nano-Biochar si ha per concentrazioni di Cr III al suolo che variano da 200 a 300 mg/kg.
In alcuni casi potreste trovare raccomandata anche la dose di 150 mg/L: tuttavia, varie prove continuate hanno dimostrato che i 100 mg/L funzionano meglio in tutti i casi.
L’Aumento Della Sopravvivenza Della Pianta Di Cumino
A fronte della somministrazione del nano-Biochar, accadono molte cose nella pianta.
Senza entrare nei dettagli, il risultato finale è una maggiore resistenza del comino nero alla presenza del Cr III nell’ambiente.
Aumenta la crescita, scompaiono quasi del tutto i segni di sofferenza, inoltre aumenta la concentrazione di molti enzimi che hanno una funzione protettiva (antiossidanti).
Questo è un grande risultato, perché si può ottenere anche in presenza di importanti concentrazioni di Cr III al suolo.
Una Barriera Protettiva Naturale Per Il Cumino Nero
In molti casi si sono trovati esempi di “barriere naturali” per impedire che determinati inquinanti potessero venire in contatto diretto o indiretto con la popolazione.
Non va mai dimenticato che è proprio questo l’obiettivo finale: evitare che un fattore di rischio (o più fattori di rischio insieme) vengano in contatto con le persone e gli animali.
In questo caso, invece, c’è una possibilità ancora migliore.
Si, perché da un lato la pianta di cumino è una risorsa in grado di fare da “barriera naturale” alla presenza di numerosi inquinanti.
Dall’altro lato, esiste un additivo (il nano-Biochar) in grado di proteggere una pianta che a sua volta protegge da altri rischi.
Questa potrebbe essere definità quasi come una sorta di “economia circolare del risanamento” dove la natura, ancora una volta, presenta più livelli di protezione, tutti di alto livello.
sta soltanto all’intelligenza ed alla saggezza degli esseri umani, mettere la natura nell migliori condizioni di proteggere il pianeta.
Oltre La Pianta Di Cumino: Cosa Succederà?
L’applicazione del nano-Biochar può essere utile anche per molti altri scopi.
Non solo per gli elementi vegetali, ma anche per la restaurazione e per quello scopo molto nobile che è il “ripristino della natura”.
L’uso di una soluzione come questa apre le frontiere ad una serie di possibilità per estendere il beneficio in presenza di altri inquinanti ed anche di altre piante benefiche sia per l’ambiente che per la salute.
Senza contare che il Biochar rappresenta un esempio molto emblematico della cosiddetta “economia circolare” e della “transizione energetica”.
Tutti questi settori si intrecciano sempre più, pertanto è necessario cominciare ad utilizzare soluzioni come questa per la pianta di cumino anche pensandole per altri scopi.
Così, ogno risorsa sarà sempre sfruttata al meglio ed i benefici per ambiente, salute ed economia si moltiplicheranno di giorno in giorno.
Conclusioni
La salute della pianta di cumino è essenziale per le funzionalità straordinarie di questo elemento vegetale.
E’ necessario quindi proteggerla, ma farlo in modo naturale ed al 100% ecologico è ancora più importante.
Non vorreste infatti sapere che si usano pesticidi o fertilizzanti chimici per salvare una pianta che poi, a sua volta, deve agire per la tutela dell’ambiente e della vostra salute.
L’avanzamento di soluzioni così “green” come il nano-Biochar va promossa e sostenuta senza se e senza ma.
Anche perché l’agricoltura, pianta di cumino a parte, può avere un ruolo importantissimo sia per contrastare il cambiamento climatico, sia per combattere e limitare la diffusione di moltissimi inquinanti ambientali.
Questa pratica è pcoo nota, pertanto merita attenzione e diffusione.
Salvare la pianta di cumino è come salvare noi stessi.
Si può fare molto, ma senza volontà di farlo, nulla potrà succedere.