Coltivare La Felce Per Evitare Un Rischio Della Transizione Ecologica

Tante volte, i rischi più subdoli non danno segno della loro presenza: per contrastarne uno in particolare si potrebbe cominciare a coltivare la felce dove esso si presenta.

Un caso molto particolare, quello di oggi, che mette in relazione un elemento naturale con ottime proprietà decorative ed ornamentali, con un rischio subdolo e quasi non avvertito.

Si tratta della contaminazione da metalli rari, proprio quegli stessi metalli che stanno sempre più diventando cruciali per le tecnologie sulle quali si basano molte innovazioni della transizione ecologica.

L’estrazione delle terre rare rappresenta un problema ambientale di non poco conto: per evitare di avere più rischi che benefici, è importante fare in modo che la natura stessa diventi un filtro in grado di depotenziare i problemi e, quando possibile risolverli completamente.

Non esistono soluzioni semplici a problemi complessi, ma è altrettanto importante riconoscere i problemi quando ci sono e/o quando ci potrebbero essere.

Il caso di oggi è emblematico, ma può risultare decisivo in molte aree del pianeta dove questo problema si manifesta, indipendentemente dal fatto che sia avvertito oppure no.

Coltivare la felce è un modo per proteggere le città da un rischio quasi nascosto

Coltivare La Felce Come Misura Di Prevenzione Ambientale

Di fronte all’incremento delle attività estrattive per l’approvvigionamento di terre rare, è necessario disporre di soluzioni naturali per evitare che la contaminazione si propaghi.

Nel caso di oggi l’attenzione si concentra però su di un contesto “diverso”, rispetto a quanto fatto in precedenza.

Il teatro dell’azione non è infatti un sito minerario, ma l’ambiente urbano, che può essere a sua volta coinvolto dalla presenza di metalli rari.

Questo accade particolarmente nel caso che, nell’ambito di un’area urbana, si trovino particolari depositi di terre rare, denominati IADs (acronimo di “ion-adsorption type rare earth deposits”).

Per una spiegazione più dettagliata si può consultare questo link sul sito di Science Direct.

Non è necessario entrare nei dettagli: basta sapere che determinate aree urbane sono caratterizzate dalla presenza di metalli rari.

Essi possono diventare un problema, perché in grado sia di muoversi nell’ambiente che di essere assorbiti dagli elementi vegetali: ecco perché coltivare la felce, come vedremo, rappresenta una risposta molto opportuna.

Il problema sta quindi proprio nell’impatto ambientale diretto di alcuni metalli rari nell’ambiente urbano, anche in assenza di attività minerarie.

Coltivare la felce può essere di grande aiuto per proteggere l'ambiente dai metalli rari - immagine RyanK14 @Pixabay
Coltivare la felce può essere di grande aiuto per proteggere l’ambiente dai metalli rari – immagine RyanK14 @Pixabay

Prima Cosa, Conoscere Il Problema E Dove Si Presenta

Questa situazione è molto specifica, perché si riferisce ad alcune aree del pianeta in modo particolare, a partire (ancora una volta) dalla Cina.

Ci sono svariate aree urbane, soprattutto nel Sud del paese, che si sviluppano su un territorio caratterizzato dalla presenza di metalli rari.

Il caso di riferimento, nel quale si è proposta e dimostrata l’importanza di coltivare la felce come misura ambientale protettiva, arriva dalla città di Guangzhou, che si trova a circa 120 km da Hong Kong in direzione Nord-Nord-Ovest.

Questa città è un caso tipico, per la presenza nella sua area urbana di depositi di terre rare che possono diventare un problema, basti pensare al fenomeno dell’urbanizzazione che sta portando le città cinesi ad allargarsi ulteriormente.

Pertanto, è essenziale conoscere prima di ogni cosa “dove” il problema può esserci, senza contare che coltivare la felce può essere utile anche come barriera protettiva in caso di arrivo della contaminazione dall’esterno.

Una volta assodato che un’area urbana è a rischio per la presenza di metalli rari, il passo successivo è la scelta della felce da usare.

Un giardino urbano con presenza di felci a Guangzhou - immagine Shoot
Un giardino urbano con presenza di felci a Guangzhou – immagine Shoot

Coltivare La Felce E’ Una Soluzione: Ma Quale Felce Scegliere?

Riconoscere il problema e successivamente coltivare la felce nell’area urbana interessata dalla presenza dei metalli rari non è sufficiente.

Bisogna infatti scegliere quale tipo di felce, considerando che ci sono due categorie di queste piante, con riferimento alle capacità di assorbimento dei metalli rari.

Alcuni tipi di felce sono infatti iperaccumulatori accertati, vale a dire se ne conosce la grande capacità di assorbimento.

Altri tipi, pur assorbendo discretamente bene, non sono comunque paragonabili ai primi.

Tuttavia, come spesso accade, in diversi contesti la soluzione può funzionare in modi altrettanto diversi.

Non bisogna scartare a prescindere i tipi di felce con minore assorbimento teorico, così come non è opportuno basare tutto esclusivamente sui tipi di felce che sono in teoria migliori per l’assorbimento.

Ancora una volta, il contesto può fare la differenza: quindi, è necessario indagare quali tipi di felce sono più utili, a prescindere dalle loro caratteristiche generali.

La Dicranopteris linearis è una felce che assorbe molto bene i metalli rari - immagine PLants Of The World Online
La Dicranopteris linearis è una felce che assorbe molto bene i metalli rari – immagine PLants Of The World Online

I 4 Tipi Di Felce Da Considerare

Per essere sicuri di coltivare la felce “giusta” per il contesto specifico e seguendo l’esempio di quanto realizzato a Guangzhou, ci sono almeno 4 tipi da prendere in considerazione.

Due di questi, sono noti iperaccumulatori, quindi ci si aspetta un grande assorbimento dei metalli rari. Tali due tipi sono i seguenti:

  • Dicranopteris linearis
  • Blechnum orientale

Li incontreremo anche in futuro, perché risultano particolarmente utili in casi complicati.

Insieme a questi due tipi, ce ne sono altri due di potenziale interesse.

Si tratta dei seguenti:

  • Pteris ensiformis
  • Cibotium barometz

Per quanto questi due tipi non siano iperaccumulatori, hanno dimostrato però di avere una proprietà ugualmente interessante e potenzialmente determinante proprio per la protezione delle aree urbane.

Quando si vuole piantare la felce per questo scopo, bisogna considerare anche il Blechnum orientale - immagine Plants Of The World Online
Quando si vuole piantare la felce per questo scopo, bisogna considerare anche il Blechnum orientale – immagine Plants Of The World Online

Coltivare La Felce Come Misura Doppia Contro L’Inquinamento Da Metalli Rari

Si può a buon diritto definire una “misura doppia”, perché coltivare la felce mixando i tipi permette di ottenere un risultato molto importante.

Prima di tutto, va detto che i primi due tipi, la Dicranopteris ed il Blechnum, hanno dimostrato anche in questo particolare contesto urbano la loro capacità di iperaccumulare i metalli rari.

L’assorbimento avviene dalle radici ed i metalli rari sono poi trasferiti nelle parti alte della pianta, senza che emergano segni di sofferenza per concentrazioni che sarebbero troppo elevate per altri elementi vegetali.

La Dicranopteris assorbe circa 848.7 microgrammi/g, mentre il Blechnum fa persino meglio, arrivando ad un assorbimento medio di 1046.8 microgrammi/g.

Questo ha due conseguenze importanti.

In casi particolarmente complicati, anche in contesto urbano, coltivare la felce e nello specifico questi due tipi di felce, permette di assorbire bene proprio a partire dagli “hotspot” di maggiore rischio.

Questo fa da premessa per la seconda cosa importante.

Coltivare la felce anche in città per contrastare un rischio importante e spesso invisibile - immagine MollyRoselee @Pixabay
Coltivare la felce anche in città per contrastare un rischio importante e spesso invisibile – immagine MollyRoselee @Pixabay

Coltivare La Felce Può Diventare Una Misura Più Diffusa

L’azione della Dicranopteris e del Blechnum è potenzialmente determinante (per il risanamento ambientale) anche nel contesto di aree molto più inquinate ed a rischio.

A partire, naturalmente, da quelle dove avviene l’estrazione dei metalli rari.

Pertanto, l’uso delle piante di felce che sono in grado di iperaccumulare questi inquinanti diventa la base di partenza per agire dove c’è maggiore priorità.

Tuttavia, va detto che, trattandosi di ambiente urbano spesso in evoluzione (a causa del continuo processo di urbanizzazione), coltivare la felce per assorbire gli inquinanti potrebbe (come misyra singola) non dare i risultati sperati.

Infatti, c’è un altro fenomeno di non secondaria importanza, che va a completare quanto realizzato dalla Dichranopteris e dal Blechnum.

Ecco che, come hanno ben dimostrato di saper fare a Guangzhou, arriva il momento di integrare l’azione delle felci che assorbono meno, perché in grado di dare un altro tipo di supporto, spesso decisivo.

La Pteris ensiformis ha un comportamento molto particolare nei confronti dei metalli rari - immagine Wikispecies-Wikimedia
La Pteris ensiformis ha un comportamento molto particolare nei confronti dei metalli rari – immagine Wikispecies-Wikimedia

Coltivare La Felce Anche Per Un Altro Motivo

Gli altri due tipi di felce da usare in questi casi, vale a dire la Pteris ensiformis ed il Cibotium barometz, hanno la capacità di stabilizzare i metalli rari al suolo.

Assorbono dunque meno rispetto alle felci iperaccumulatrici, tuttavia hanno un ruolo determinante nella protezione ambientale e sanitaria.

Le analisi condotte hanno dimostrato un arricchimento di metalli rari nella zona delle radici, a livelli che sono di molto superiori rispetto a quelli delle altre piante.

Pertanto, l’azione coltivare la felce ed in particolare questi 4 tipi di felce, rappresenta una strategia molto efficace, se ben calata sul territorio.

Prima di posizionare questi tipi di felce sul territorio, è dunque necessario valutare in quali siti precisi dell’area urbana l’assorbimento è più opportuno.

In parallelo, bisogna anche valutare laddove (invece dell’assorbimento) un’azione di stabilizzaizone potrebbe risultare più utile.

Una volta valutato tutto questo, si può procedere con la coltivazione strategica della felce e cominciare a limitare il rischio rappresentato dai metalli rari in ambiente urbano.

La presenza dei nutrienti è basilare per coltivare la felce in modo efficace - immagine Minka2507 @Pixabay
La presenza dei nutrienti è basilare per coltivare la felce in modo efficace – immagine Minka2507 @Pixabay

Come Stimolare L’Attività Della Felce

Ci sono alcuni fattori in grado di giocare un ruolo molto importante nell’azione di protezione ambientale della felce.

Si tratta della presenza (o scarsità) dei nutrienti, che hanno un rapporto di proporzionalità diretta nei confronti dell’azione della felce.

Potassio, calcio, ferro e fosforo: dalla loro disponibilità dipende buona parte dell’efficacia di questa soluzione.

Pertanto, in sede di valutazione preliminare, anche l’analisi dei nutrienti del suolo è essenziale.

Questo è importante anche alla luce del fatto che coltivare la felce, anche nel migliore dei casi, comunque presenta delle caratteristiche di “imprevedibilità” da tenere in considerazione.

Infatti, i metalli rari sono 17 e non per tutti l’assorbimento e/o la stabilizzazione può andare come sperato.

Anche il Cibotium barometz può aiutare in questi casi pur non essendo un iperaccumulatore di metalli rari - immagine Tom Ballinger @Flickr
Anche il Cibotium barometz può aiutare in questi casi pur non essendo un iperaccumulatore di metalli rari – immagine Tom Ballinger @Flickr

Le Anomalie Di Alcuni Metalli Rari In Presenza Della Felce

Tutte le 4 tipologie di felce presentano alcune caratteristiche comuni.

Tra queste, ci sono anche alcune “anomalie”, con riferimento a due metalli rari in particolare.

Senza entrare troppo nei dettagli, va detto che ci sono moderate anomalie per quanto riguarda l’elemento Europio, mentre ci sono svariate anomalie nei confronti del Cerio (comportamenti anche diversi tra i vari tipi di felce).

Per quanto il Blechnum sia risultato la felce con il maggiore potenziale di assorbimento in questi casi, si è notato che il Cerio è assorbito e trasferito alle parti alte della pianta con una notevole difficoltà.

Lo stesso vale anche per il Cibotium: pertanto, in presenza di Cerio, l’attenzione deve essere tenuta molto alta.

Sempre per quanto riguarda il Cerio, va ricordato il comportamento molto particolare della Pteris ensiformis, che è in grado di fare un assorbimento molto selettivo e superiore agli altri tipi di felce.

Questo vuol dire che coltivare la felce (Pteris) in presenza di Cerio consente di assorbirlo meglio, pur se altri metalli rari non sono assorbiti ma soltanto stabilizzati.

La felce fa parte di una strategia più complessa - immagine 16081684 @Pixabay
La felce fa parte di una strategia più complessa – immagine 16081684 @Pixabay

Coltivare La Felce E’ Una Strategia Complessa

Quanto osservato appena sopra per la Pteris ensiformis è molto emblematico del comportamento di svariati elementi naturali.

Un tipo di felce che normalmente non accumula metalli rari, ne accumula selettivamente uno soltanto.

Pertanto, possiamo definirla come una sorta di “specialista” nei confronti di un preciso “target”.

Abbiamo già incontrato altri specialisti, come ad esempio la calendula, oppure anche il cardo selvatico, solo per citare alcuni esempi emblematico.

Senza contare il caso del fiore di loto, che addirittura riesce ad escludere fattori potenzialmente negativi per l’assorbimento, concentrandosi sul suo obiettivo singolo.

Sulla base delle caratteristiche dei singoli elementi, anche coltivare la felce deve diventare una strategia articolata.

Ecco uno strumento naturale ed ecologico per risolvere un effetto collaterale della transizione - immagine Mr_incognito_ @Pixabay
Ecco uno strumento naturale ed ecologico per risolvere un effetto collaterale della transizione – immagine Mr_incognito_ @Pixabay

Dalla Teoria Alla Pratica

Tipi diversi, in siti specifici diversi, per contrastare la presenza di metalli rari diversi, sulla base delle specifiche di ogni singolo tipo di felce.

Negli ambienti urbani che presentano depositi di metalli rari, l’attività di disturbo esercitata dalla progressiva urbanizzazione è potenzialmente molto pericolosa.

Una buona strategia non deve limitarsi a coltivare la felce nei siti più a rischio.

C’è la necessità di considerare anche la tipologia dei metalli rari presenti e la presenza di aree che possono ricevere, direttamente od indirettamente, una nuova contaminazione.

Se sarà il caso, si potrà anche variare la presenza dei vari tipi di felce sul territorio, per intercettare i bisogni reali e, soprattutto, seguire in tempo reale l’evolversi della situazione.

Proprio come può accadere per le piante floreali ed anche per gli arbusti ornamentali, l’adattamento continuo e progressivo al contesto che cambia è il fattore decisivo per il successo di questa strategia.

Coltivare la felce è un modo per proteggere le città da un rischio quasi nascosto

Conclusioni

Coltivare la felce per contrastare l’inquinamento sarebbe già di per se una soluzione fattibile e realizzabile subito, tuttavia in questo caso c’è qualcosa in più.

Si tratta infatti di risolvere un problema ancora prima che esso possa presentarsi e di cui ad oggi non si parla.

Il fatto che i metalli rari possano peggiorare la qualità di vita e gli ecosistemi anche a livello urbano, in questo aiutati dalla progressiva urbanizzazione, è un tema praticamente sconosciuto.

Purtroppo gli effetti ci sono e ci saranno, anche e soprattutto a livello di salute pubblica e costi sociali.

La possibilità di usare elementi naturali come la felce, in modo diffuso e capillare, ha un valore straordinario.

Indipendentemente dalla sua attuazione, quanto riportato oggi rappresenta una pietra miliare nel modo di approcciare i problemi.

Per risolverli ancora prima che possano presentarsi.