Zinnia: L’Utile Fiore Del Mistero Per Una Transizione Davvero “Green”

Grande sorpresa: questa è in genere la reazione di chi scopre che anche i fiori, come la zinnia ad esempio, possono dare una grande mano per risolvere svariati problemi di inquinamento ambientale.

Una sorpresa che, data la grande produzione di studi e lavori sul campo, non dovrebbe più esserci o, almeno, dovrebbe lasciare spazio alla realizzazione pratica per la tutela degli ecosistemi e della qualità di vita.

Purtroppo, nonostante esistano soluzioni e strategie completamente naturali, altamente efficaci ed efficienti, ancora queste stentano ad affermarsi.

Probabilmente perché si tratta di operazioni che non si legano a spese economiche importanti, anche se proprio questa caratteristica le rende perfette per l’applicazione in ogni contesto.

La soluzione di oggi riguarda la zinnia, fiore molto bello avedersi ma persino più utile in presenza di un particolare tipo di contaminazione ambientale.

Un tipo di contaminazione che è molto emblematico dei tempi che stiamo vivendo, perché direttamente interessato al tema della transizione energetica.

Si tratta infatti dell’industria del petrolio: ma c’è qualcosa in più, specifica per questo fiore, che merita una grande attenzione.

Zinnia come fiore utile ma anche misterioso per rimuovere l'inquinamento da petrolchimici al suolo

Zinnia Contro L’Inquinamento: Per Favorire La Transizione

Spesso, sulle pagine ed anche sul canale YouTube di Fabbrica Ambiente, si trovano richiami all’aspetto che più di ogni altro va messo al primo posto, quando ci si riferisce al tema della cosiddetta “transizione energetica”.

E’ necessario portare il “green” prima di tutto dentro al “dark”: cosa significa?

La transizione deve cominciare proprio dai settori che più hanno storicamente avuto (ed ancora hanno) impatto sull’ambiente.

Questo non vuol dire cambiare modo di produrre fin da subito, ma far entrare nell’attuale modello qualcosa che renda la produzione meno impattante e/o che risolva i problemi ancora prima che essi possano verificarsi.

Per raggiungere questo scopo, è utile l’aggiunta di elementi naturali nel contesto delle attività ed anche all’esterno degli stabilimenti.

Questo permette di rimuovere buona parte dei problemi attuali e di familiarizzare con soluzioni naturali ed al 100% ecologiche, in perfetto stile di “transizione green”.

La zinnia, in tale contesto, può dare una grande mano.

La zinnia ottima anche per gli insetti pollinatori - immagine jggrz @Pixabay
La zinnia ottima anche per gli insetti pollinatori – immagine jggrz @Pixabay

I Fiori Come La Zinnia Per Il Bene Dell’Ambiente

Fiori e piante, di diverse specie, possono fare molto per favorire la transizione energetica.

Ad esempio, come la soluzione proposta oggi, è possibile assorbire con ottima efficacia ed anche per un lungo periodo di tempo l’inquinamento petrolchimico al suolo.

In questi casi, l’elemento determinante è proprio quello di poter contare su di una protezione duratura e che lavora in modo costante.

Così, anche le successive ri-contaminazioni sono contrastate sul nascere, senza necessità di “bonificare” una successiva volta.

Tuttavia, nel caso della zinnia, c’è una “cosa in più”, una sorta di “mistero” che risulta determinante per l’efficacia dell’assorbimento degli inquinanti presenti al suolo.

La chiave di tutto sta nelle radici, che hanno dimostrato di possedere una proprietà da sfrutatre per il meglio.

Si possono piantumare le piante di zinnia per intervenire in modo efficace sulla contaminazione da idrocarburi totali al suolo - immagine 9883074 @Pixabay
Si possono piantumare le piante di zinnia per intervenire in modo efficace sulla contaminazione da idrocarburi totali al suolo – immagine 9883074 @Pixabay

Zinnia Per Intervenire Sui Suoli Contaminati Da Petrolio E Derivati

Una buona soluzione naturale si misura non soltanto per la sua efficacia, ma anche per la duttilità e per la possibilità di adattarla a situazioni diverse.

A tal proposito una premessa doverosa, che comunque si applica anche a tutte le altre piante floreali che possono essere usate per simili scopi.

Le caratteristiche del suolo di partenza sono importanti per definire l’efficacia o meno della soluzione.

Pertanto, prima di adottare una soluzione, oltre alle caratteristiche tipiche della contaminazione, è necessario fare un’accurata analisi del suolo per adattare al meglio il previsto intevrento.

Nel caso della zinnia piantumata in suoli carichi di petrolio, fino all’8% (caso in oggetto), si sono notate cose molto interessanti.

Prima di tutto, nonostante questa pianta floreale possa essere usata per assorbire gli idrocarburi totali presenti al suolo, si nota un certo grado di sofferenza che ne rende più difficile la sopravvivenza.

Questo accade soprattutto per i primi 45 giorni di attività.

Una pianta floreale in grado di adattarsi molto bene alle difficili situazioni ambientali - immagine GLady @Pixabay
Una pianta floreale in grado di adattarsi molto bene alle difficili situazioni ambientali – immagine GLady @Pixabay

Le Ottime Capacità Di Adattamento Della Zinnia

Qualora le cose non cambiassero, dopo 45 giorni sarebbe probabilmente necessario togliere le piante di zinnia.

Questo perché i segni di sofferenza tendono ad essere troppo evidenti e la sopravvivenza della pianta molto a rischio.

Tuttavia, questo non accade.

Il motivo è da ricercarsi nella produzione di particolari enzimi all’interno della pianta, che le consentono di adattarsi alla difficile situazione ambientale.

In particolare, c’è un enzima su tutti che merita una menzione: la deidrogenasi.

L’attività al suolo di questo enzima fa si che la sopravvivenza aumenti: a partire dal 45° giorno dalla piantumazione questa attività è particolarmente evidente.

Sono le parti più superiori del suolo ad essere interessate dall’azione dell’enzima, il che consente dalla pianta di sopravvivere ed assorbire una quota maggiore di idrocarburi totali.

Questi fiori possono garantire un assorbimento costante e progressivo almeno fino a 90 giorni - immagine jggrz @Pixabay
Questi fiori possono garantire un assorbimento costante e progressivo almeno fino a 90 giorni – immagine jggrz @Pixabay

L’Efficacia Nell’Assorbimento Degli Idrocarburi Al Suolo

Senza riportare i numeri, perché sono variabili a seconda dei casi, c’è però un fatto molto rilevante da ricordare.

L’assorbimento attraverso le radici della zinna è costante e continuo, il che significa che l’azione di riduzione dell’inquinamento da idrocarburi al suolo è sempre presente.

Non solo: oltre ad essere sempre attiva, si incrementa con il tempo.

Oltre il 45° giorno, quindi, c’è l’attivazione dell’enzima deidrogenasi e da lì parte una “seonda fase” di azione della zinnia per quanto riguarda l’assorbimento degli idrocarburi totali.

Questa fase si prolunga al meglio per almeno altri 45 giorni, portando il “totale” della funzione assorbente a 90 giorni.

Una tempistica in grado di fare la differenza in molti casi, se si considera che da un lato l’azione è continua e dall’altro tende ad aumentare con il passaggio dei giorni.

C'è la possibilità di portare questa pianta floreale laddove le sue proprietà di assorbimento sono particolarmente utili - immagini PublicDomainPictures @Pixabay
C’è la possibilità di portare questa pianta floreale laddove le sue proprietà di assorbimento sono particolarmente utili – immagini PublicDomainPictures @Pixabay

I Tempi Ed I Luoghi Dell’Azione Come Paradigma

Prima di affrontare il “mistero” che caratterizza la pianta di zinnia nella sua funzione anti-inquinamento, c’è un fatto da considerare.

Si tratta del fattore tempo, così come dello spazio dove questa soluzione può trovare accoglimento.

In sintesi, le cose stanno in questo modo.

C’è una finestra temporale di 90 giorni a livello della quale l’assorbimento è costante e crescente, quindi, sulla base delle caratteristiche dei luoghi, anche in caso di ri-contaminazione la presenza della zinnia può fare da “barriera assorbente“.

Questo vuol dire che si dovrebbe tenere in considerazione la possibilità di usarla in presenza di rischio di ri-contaminazione che si verifica nell’arco temporale di 3 mesi.

Il concetto è semplice: se esistono aree a rischio di contaminazione persistente o intermittente, è utilissimo avere una barriera sempre attiva che per 90 giorni continua a togliere idrocarburi.

Potremmo dunque affermare che la piantumazione della zinnia come barriera per l’inquinamento fornisce la possibilità di agire negli hotspot di contaminazione continua.

Quale è dunque il mistero della zinnia - immagine Hans @Pixabay
Quale è dunque il mistero della zinnia? – immagine Hans @Pixabay

Il “Mistero” della Zinnia Svelato

Quale è questo “mistero” che caratterizza l’attività di risanamento ambientale della zinnia?

In realtà, non è un vero mistero, piuttosto una proprietà specifica molto utile.

Si tratta della capacità di rimuovere gli idrocarburi anche dagli strati di suolo più profondi, nei quali le radici della zinnia stessa non riescono ad arrivare.

Davvero interessante: è possibile assorbire anche negli strati di suolo dove, in teoria, non potrebbe esserci assorbimento diretto, semplicemente perché le radici lì non arrivano.

E’ ancora una volta l’azione degli enzimi che rende possibile questa cosa, grazie alle modificazioni al suolo, anche in assenza di radici.

Questo è importante per definire (letteralmente) un nuovo livello di assorbimento da parte della pianta di zinnia quando viene coltivata in presenza di idrocarburi.

Questo fiore è un ottimo strumento ambientale per ridurre l'impatto ambientale dell'industria petrolchimica - immagine Ray_Shrewsberry @Pixabay
Questo fiore è un ottimo strumento ambientale per ridurre l’impatto ambientale dell’industria petrolchimica – immagine Ray_Shrewsberry @Pixabay

Definire Un Nuovo Standard Di Assorbimento Per L’Inquinamento Petrolchimico

La proprietà riportata sopra permette di definire alcune cose importanti.

Prima di tutto, c’è la possibilità di orientare la scelta degli elementi naturali a seconda del livello di penetrazione degli inquinanti.

Ad esempio, nel caso di in inquinamento superficiale, oppure di una penetrazione che non eccede lo strato della radici (rizosfera), molti elementi naturali possono essere compatibili.

Tuttavia, quando è necessario intervenire anche un pò oltre la zona delle radici, senza comunque poter/voler aggiungere altre soluzioni e/o elementi naturali, l’uso della zinnia può essere risolutivo.

Naturalmente, la valutazione della compatibilità della zinnia non può essere evitata, per scongiurare pericoli alla biodiversità dell’area.

C’è inoltre la possibilità di intervenire in presenza di una contaminaizone che continua, per garantire il massimo assorbimento.

Infine, l’uso della zinnia può essere associato ad altri elementi naturali, in siti diversi, pur nell’ambito del medesimo intervento di assorbimento dell’inquinamento.

Zinnia come fiore utile ma anche misterioso per rimuovere l'inquinamento da petrolchimici al suolo

Conclusioni

Il “mistero” della zinnia fornisce l’occasione per confermare, una volta di più, che l’uso degli elementi naturali per risanare l’ambiente nasconde un potenziale maggiore di quanto si potrebbe immaginare.

Da soli, oppure in concomitante presenza di altri, esistono fiori, arbusti, piante ed alberi in grado di proteggere la qualità ambientale in modo continuo ed autonomo, per molto tempo.

Questo è probabilmente l’insegnamento più importante della soluzione di oggi.

Si tratta della opportunità di sfruttare i due punti di valore di questa pianta floreale: da un lato, la possibilità di assorbire anche oltre la zona delle radici.

Dall’altro, quella di potersi contrapporre anche alla nuova contaminazione, in questo determinando una continuità d’azione anche per le modifiche in tempo reale delle condizioni ambientali.

Cosa rara, ma sempre più importante.