Bonificare Un Terreno: Risultati Eccezionali Con Questa Pietra (Quasi) Magica

Bonificare un terreno è (o dovrebbe essere) molto di più della semplice rimozione del suolo contaminato, perché ci sono molti fattori esterni da prendere in considerazione.

Innanzitutto va ricordato che la contaminazione, a maggior ragione quando sono presenti i metalli, si può estendere anche alle aree vicine.

Inoltre, in caso di una successiva ri-contaminazione, dovuta (spesso) ai medesimi fattori che avevano reso necessaria la bonifica, il problema si ripresenta.

Questi due motivi, da soli, bastano per fare una considerazione importante: è necessario poter contare su soluzioni e/o metodi naturali in grado di agire in modo continuo, senza soste, per “mettere in sicurezza” l’area afflitta dal problema.

Il concetto della messa in sicurezza, spesso, è tuttavia ingannevole.

Meglio esprimersi in termini di “completa accettabilità” del rischio, cosa possibile anche in presenza di metalli pesanti pericolosi come il cromo esavalente.

Proprio di cromo VI tratta la soluzione di oggi: già adesso si può anticipare che è una delle più sorprendenti ed efficaci.

Per questo merita la massima attenzione e diffusione, anche perché può rappresentare una vera salvezza per l’agricoltura in molto parti del mondo.

Bonificare un terreno con questa pietra speciale

Bonificare Un Terreno Inquinato Dal Cromo: Una Grande Sfida

Quando si pone la necessità di bonificare un terreno dalla presenza massiccia del cromo, si possono adottare vari approcci.

Senza passare in rassegna i livelli decisionali, teniamoci aderenti alla missione di Fabbrica Ambiente che si occupa esclusivamente di soluzioni naturali ed al 100% ecologiche.

La soluzione di oggi, consente di ottenere risultati straordinari in termini di recupero del suolo contaminato, in modalità “in situ” (quindi potendo intervenire direttamente sul posto).

Ma c’è di più.

Questa soluzione consente di intervenire anche in acqua, per raggiungere uno standard di “protezione totale” dell’ambiente che si trova a rischio.

Il cromo è, infatti, insieme all’arsenico ed al mercurio, uno dei più pericolosi inquinanti per l’acqua destinata al consumo umano.

Soluzione che funziona per bonificare un terreno ma al tempo stesso proteggere anche l'acqua - immagine bernswaelz @Pixabay
Soluzione che funziona per bonificare un terreno ma al tempo stesso proteggere anche l’acqua – immagine bernswaelz @Pixabay

Bonificare Un Terreno E Purificare L’Acqua Con La Stessa Soluzione

Aggiungere anche un livello di protezione così alto per l’acqua, che a sua volta può essere contaminata dal cromo quando esso si trova al suolo, rende questa soluzione davvero fuori dal comune.

Tanto più che, come descritto più avanti, la soluzione è in realtà costituita dall’inserimento di un particolare additivo a livello del suolo e/o dell’acqua.

Il cromo potrebbe passare in acqua direttamente, oppure prima migrare verso altre zone del suolo ed entrare in acqua in un successivo momento.

Ecco perché disporre di una soluzione che può intercettarlo anche in acqua aumenta la protezione rispetto ad un singolo intervento al suolo.

Una doppia azione che va portata sul territorio con la massima diffusione.

Molto importante proteggere sia il suolo che l'acqua perché i contaminanti possono muoversi - immagine Akumarphotos @Pixabay
Molto importante proteggere sia il suolo che l’acqua perché i contaminanti possono muoversi – immagine Akumarphotos @Pixabay

Bonificare Un Terreno Fertile: Ancora Più Importante

La soluzione presentata oggi arriva dalla Cina, in particolare è stata studiata appositamente per un particolare tipo di suolo, che si sviluppa sul Loess, sedimento eolico molto fine.

Questo suolo, particolarmente fertile, in molte aree del mondo è minacciato, oltre che dal cambiamento climatico, anche dalle attività umane che tendono a sequestrarlo per il conseguimento di altri scopi.

E’ dunque ancora più importante recuperarlo, data la sua vocazione e predisposizione agricola.

Tanto più che, nel caso preso in considerazione come esempio, gli autori si sono posti il problema di considerare anche gli effetti sull’acqua.

Infatti, ciò che rende giustificato pensare a soluzioni naturali in generale, è il fatto che il cromo possa trovarsi anche al di fuori dell’area considerata “inquinata” e quindi passibile di intervento di bonifica.

E’ un pò come se si andasse a bonificare un terreno che non viene considerato contaminato, ma che riceve il cromo dalle zone vicine che invece lo sono.

Il suolo che si sviluppa sul Loess - immagine Jing @Pixabay
Il suolo che si sviluppa sul Loess – immagine Jing @Pixabay

Alla Ricerca Del “Migliore” Strumento Per Intervenire

Prima di scoprire le caratteristiche dell’elemento usato per bonificare un terreno in questo modo, va detto che in questi casi ci sono (almeno in teoria) due possibili opzioni.

Da un lato, quella della rimozione del cromo, attraverso l’assorbimento.

Dall’altro lato, quella della immobilizzazione, per impedire che il cromo possa muoversi e quindi, ad esempio, entrare nella catena alimentare attraverso le piante che crescono nell’area (o in aree vicine).

La soluzione di oggi fa entrambe le cose, rispettivamente in acqua ed al suolo.

Un altro punto di grande valore che va sfruttato.

Scopriamo ora di cosa si tratta e come questo è possibile.

La pirite utile per bonificare un terreno contaminato da cromo esavalente - immagine fill @Pixabay
La pirite utile per bonificare un terreno contaminato da cromo esavalente – immagine fill @Pixabay

Bonificare Un Terreno Con Una Pietra: La Pirite Come Base

Sono note da tempo le proprietà benefiche della pirite, anche per la salute.

In questo caso, tuttavia, la natura incontra la tecnologia: infatti, gli studiosi hanno sintetizzato speciali particelle di pirite reattive, grazie ad un particolare metodo idrotermico.

Senza entrare nei dettagli tecnici, comunque replicabili da laboratori e centri di ricerca, ciò che conta è sapere che le particelle di pirite “modificata” presentano speciali caratteristiche.

In particolare, esse presentano:

  • Maggiore area superficiale
  • Dimensioni più uniformi
  • Struttura più cristallina

Le caratteristiche sopra indicate concorrono tutte al miglioramento dell’azione ambientale della pirite.

Particelle di pirite al suolo - immagine Shifeng Dai @ResearchGate
Particelle di pirite al suolo – immagine Shifeng Dai @ResearchGate

Gli Effetti Della Modificazione Della Pirite

In termini di assorbimento, queste modifiche permettono si assorbire il cromo VI quando si trova nell’acqua.

Quando invece il cromo VI si trova al suolo, esso viene immobilizzato al punto che non si può più muovere nell’ambiente, sebbene rimanga presente nel terreno.

Il meccanismo di azione è quindi un legame con immobilizzazione, che rappresenta un grande vantaggio anche economico.

Infatti, non è necessario rimuovere grandi quantità di suolo da un lato e nemmeno portarne di nuovo dall’altro, senza contare la riduzione dei costi alla voce “spese di trasporto”.

I risultati che si possono ottenere diventano ancora più importanti se si pensa che questa soluzione può bonificare un terreno (e l’acqua allo stesso tempo) con elevati livelli di contaminazione.

Questa soluzione ha un grande impatto positivo sulla qualità dell'acqua - immagine HansLinde @Pixabay
Questa soluzione ha un grande impatto positivo sulla qualità dell’acqua – immagine HansLinde @Pixabay

Bonificare Un Terreno (E L’Acqua)Ai Livelli Più Alti

Ecco i numeri: per quanto riguarda la rimozione dall’acqua, si può arrivare al 99% con riferimento alle seguenti condizioni:

  • pH 6
  • Concentrazione iniziale di cromo: 25 mg/L
  • Dosaggio delle particelle di pirite: 0.48 g/L

Tanto per avere un’idea, il valore limite del cromo VI nell’acqua fissato dalla normativa internazionale (OMS) è di 0,050 mg/L.

Il massimo risultato si ha per pH 6, ma anche quando il valore di pH aumenta, fino a 9, si arriva ad una riduzione del cromo superiore all’82%.

Il che rende utilizzabile questa soluzione in molti contesti.

Dal punto di vista chimico, sia l’assorbimento diretto del cromo sulla superficie delle particelle di pirite che la riduzione a cromo III con precipitazione sono importanti.

Bonificare un terreno con i vecchi metodi necessita di ingenti risorse finanziarie ed il lavoro non è continuo nel tempo - immagine North Carolina Health News
Bonificare un terreno con i vecchi metodi necessita di ingenti risorse finanziarie ed il lavoro non è continuo nel tempo – immagine North Carolina Health News

Cosa Succede Al Suolo

In presenza di un terreno carico di cromo VI, i risultati sono molto simili.

Infatti, in condizioni di pH 6 e con l’uso di 0.48 g/L di particelle di pirite modificata, è possibile immobilizzare il cromo esavalente di oltre il 99%.

Quando il pH sale a 9, l’immobilizzazione si mantiene a livelli comunque superiori al 70%.

Va aggiunto poi che, in presenza di suoli più acidi, ad esempio con valori di pH 4, l’aggiunta degli acidi umici consente di aumentare l’effetto della pirite modificata.

Il supporto degli acidi umici, tuttavia, non si verifica in presenza di pH più elevati, ad esempio pH 6.

Questo significa che la loro aggiunta va limitata ai casi di importante acidità del terreno.

La distribuzioine nei vari strati del suolo è un fattore essenziale per l'assorbimento del cromo - immagine Justyna346 @Pixabay
La distribuzioine nei vari strati del suolo è un fattore essenziale per l’assorbimento del cromo – immagine Justyna346 @Pixabay

I Due Fattori Decisivi Per Bonificare Un Terreno In Questo Modo

Ci sono due importanti fattori che giocano un ruolo essenziale per la buona riuscita del metodo.

Entrambi questi fattori sono funzione dell’uso delle particelle di pirite o, meglio, della modifica effettuata per rendere tali particelle più efficaci nell’opera di immobilizzazione.

Il primo fattore è la distribuzione.

In pratica, il coefficiente di distribuzione del suolo addizionato con queste particelle di pirite è pari a 1477.8 a pH 6, il che significa che è oltre 300 volte più alto del suolo non trattato con la pirite modificata.

Questo valore indica la facilità con cui una sostanza è in grado di legarsi alla componente organica del suolo.

Pertanto, il cromo VI che si trova in un suolo dove sono presenti queste particelle di pirite ha una capacità di muoversi che è oltre 300 volte inferiore a quanto avrebbe in assenza delle stesse particelle.

Questa soluzione di fatto impedisce al cromo di muoversi nell'ambiente - immagine terimakasih @Pixabay
Questa soluzione di fatto impedisce al cromo di muoversi nell’ambiente – immagine terimakasih @Pixabay

L’Altro Fattore Decisivo Per Bonificare Un Terreno Con La Pirite

Oltre alla difficoltà di movimento, c’è un altro fattore.

Si tratta della ridotta velocità di sposatamento, indicata dal fattore di ritardo o fattore di ritenzione.

Questo fattore indica la velocità di movimento di un componente in una miscela: in questo caso la velocità del cromo VI nei suoi spostamenti a livello del terreno.

Ebbene, la presenza delle particelle di pirite rallenta la velocità del cromo VI di oltre 350 volte.

Questo avviene in particolare quando la pirite risulta organizzata in un certo modo, da conoscere e replicare ai fini della massima efficacia possibile.

Bonificare un terreno con la pirite modficata è un'opzione duttile e completa - immagine Pexels @Pixabay
Bonificare un terreno con la pirite modficata è un’opzione duttile e completa – immagine Pexels @Pixabay

Cosa Fare Per Bonificare Un Terreno Con La Massima Efficacia

Al fine di garantire la migliore efficacia, le particelle di pirite devono essere distribuite in un certo modo, a livello del terreno.

I migliori risultati si ottengono creando uno strato di pirite dello spessore di 3 cm.

Questo strato assolve a due importantissime funzioni.

La prima, è in grado di catturare il cromo VI libero nell’ambiente.

La seconda, è in grado di ritardarne la velocità di spostamento al punto di renderlo immobile.

Una doppia funzione che ha come risultato finale la possibilità di rendere innocuo il cromo esavalente,

Senza contare che può essere rimosso fisicamente in un successivo momento.

Grazie alla pirite modificata, è possibile agire in modo capillare nei confronti del pericoloso cromo - immagine StockSnap @Pixabay
Grazie alla pirite modificata, è possibile agire in modo capillare nei confronti del pericoloso cromo – immagine StockSnap @Pixabay

I Numerosi Benefici Di Questa Soluzione

Sebbene non sia una soluzione completamente “naturale”, perché richiede un processo di sintesi delle particelle reattive di pirite, il comportamento sul campo è straordinario.

Prima di tutto, perché l’immobilizzazione del cromo VI avviene sia in acqua che al suolo, quindi non si tratta solo di bonificare un terreno.

C’è anche la possibilità di determinare una protezione completa di tutto l’ambiente circostante, andando a localizzare e/o stimare il rischio che il cromo sta portando o potrebbe portare a livello ambientale.

Inoltre, c’è la possibilità di impedire che l’ulteriore mobilizzazione del cromo possa coinmvolgere vegetali eventualmente presenti nell’area.

Senza contare che, dato il legame che si crea tra particelle di pirite e cromo stesso, è possibile applicare soluzioni per una effettiva rimozione.

Una soluzione di grande impatto e valore, che merita di essere conosciuta molto di più.

Bonificare un terreno con questa pietra speciale

Conclusioni

Bonificare un terreno è un compito sempre arduo, senza contare il fatto che la bonifica, per quanto efficace e completa, può lasciare residui.

Inoltre, non bisogna mai dimenticare che in presenza di metalli pesanti (come molti altri inquinanti), una parte di essi può essere già migrata da altre parti, proprio per effetto della mobilità.

Ancora una volta si comprende quindi la necessità di avere una soluzione sempre attiva “sul campo”, una sorta di barriera naturale in grado di agire in modo continuo e costante, non soltanto nell’ambito della durata dei lavoro di bonifica.

Questo importante obiettivo è possibile proprio con l’uso di questa pirite reattiva.

Ess apre un’interessante frontiera anche per la ricerca e quindi per le imprese che hanno ed avranno a che fare con nuovi materiali.

Possono essere infatti additivi naturali o sintetici, ma quando portano benefici così grandi non è necessario fare distinzioni.

Il caso della pirite applicata per bonificare un terreno può insegnare davvero tanto.