Se l’Amianto Diventasse Un’Occasione

Quando il gioco diventa creativo, i creativi restano puntualmente inascoltati: figuriamoci quando la creatività si propone di risolvere il problema dell’amianto in ogni sua forma, dall’eternit a quello friabile, includendo persino quello naturale presente nell’ambiente.

Sarebbe il caso di invertire questo trend, particolarmente quando esiste la possibilità reale e concreta di trasformare un pericoloso rischio per ambiente e salute in strumento per migliorare la qualità di vita di molte persone ed anche il tessuto economico di un’area.

Il caso dell’amianto è forse il più emblematico e, nonostante gli anni passino inesorabili, la soluzione al problema è ancora piuttosto lontana.

Fino ad oggi.

Amianto: Una Storia Infinita

Dal 1992 è fuorilegge, causa gravi malattie e si trova ancora in grande quantità sul territorio nazionale.

Cosa grave, ancora oggi l’Italia non ha adottato un piano efficace per affrontare il pericolo; parliamo di amianto, quella che negli anni ’70 qualcuno chiamava “neve” e con la quale spesso capitava di vedere gente che giocasse.

Eravamo nella Casale Monferrato della Eternit (ma non solo) ed oggi, dopo decenni di battaglie e vicende giudiziarie, la città è diventata il simbolo di una lotta sacrosanta per il diritto alla vita ed allo sviluppo sostenibile.

Amianto una soluzione al problema
Amianto – una battaglia ancora aperta

Come Riconoscerlo

Questo aspetto è decisamente critico, infatti dato il livello di rischio, è assolutamente vietato cercare di scoprire se si tratti di amianto annusando o cercando di movimentare il materiale.

Questo non vale solo per l’amianto friabile che può essere direttamente inalato.

Soprattutto in vecchi edifici, questo materiale può essere ben presente.

La conferma si può avere facendo raccogliere un campione da personale specializzato ed ottenendo i risultati del test di laboratorio.

Così potremo così avere una idea della composizione, da cui il rischio e tutto quanto serve per una efficace azione di intervento a protezione della salute.

Una guida molto interessante a proposito del riconoscimento dell’amianto friabile o naturale può essere trovata qui (in lingua inglese).

Amianto crisotilo – da Crisotilo Viet Nam

Il Crisotilo

Si tratta della forma più comune dell’amianto, quella più presente per usi commerciali.

E’ un cancerogeno accertato, classificato nella Classe 1 della IARC. Esso è causa di mesotelioma pleurico, una delle neoplasie più complicate da trattare, anche alla luce dei più recenti avanzamenti della scienza medica.

Il crisotilo può anche causare altri tipi di tumore, tra cui dobbiamo annoverare anche quello delle ovaie.

Questo testimonia che la via prevalente di esposizione rimane quella inalatoria.

Tuttavia, gli effetti di altre vie di esposizione e la localizzazione di malattie in organi diversi da quelli dell’apparato respiratorio non vanno assolutamente sottovalutati.

Maneggiare amianto è cosa da professionisti

Pericolosità e Rischi per Ambiente e Salute

Nonostante i richiami e l’attenzione posti dall’Europa sulla materia, in particolare già con una Direttiva del 2010, l’Italia non ha un piano nazionale operativo che preveda la completa inertizzazione dell’amianto.

Oggi come allora, con urgenza, è necessario intervenire decisamente sul problema. A partire da amianto friabile e naturale.

Con urgenza, certo, perché, come ormai è noto a tutti, gli effetti della contaminazione ambientale da amianto non hanno ancora raggiunto il picco.

Tale picco resta atteso proprio per gli anni 20-25 del XXI° secolo, quando si stima che potrebbero ammalarsi qualcosa come 700.000 persone (con buona pace di chi vuole ridurre la spesa pubblica).

Il Problema Dello Smaltimento Definitivo

Un interessante studio italiano ha dimostrato come l’esposizione professionale all’amianto resti una condizione di assoluta attualità.

Il problema dello smaltimento dell’amianto, in Italia, riguarda le Regioni che possono decidere se attuare un piano di smaltimento oppure lasciare l’amianto dove si trova.

Questo nel caso in cui si valutasse che esso non rappresenta un rischio per la popolazione.

Tuttavia, in presenza di amianto friabile o naturale, non sottoposti ad un ristretto controllo, il rischio è sempre da considerare ai amssimi livelli.

Questa “deregolamentazione” e frammentazione decisionale, di fatto, è persino peggiore del problema amianto in se.

Senza una pianficazione strategica, infatti, nessuna azione potrà incidere davvero sulla protezione dal rischio.

Tutto questo è persino più pericoloso di quanto sembri.

Infatti, tutta la letteratura scientifica prodotta in materia di amianto e salute, è concorde nell’affermare che “non esiste alcun uso sostenibile o in qualche modo sicuro per l’amianto crisotilo” (inteso come amianto friabile, naturale o eternit).

A Che Distanza è Pericoloso?

Vari studi hanno dimostrato come nel tempo persino le fibre di amianto che si trovano in discariche “controllate” possono tornare in atmosfera.

Questo perché gli involucri che coprono le lastre portate in discariche si possono usurare.

Persin peggio, le fibre che vengono a trovarsi nell’ambiente per altri motivi, ad esempio il dilavamento da parte delle piogge, possono migrare per molti km.

Questo accade una volta che il sito ove sono depositate si asciuga.

Pertanto, ci sono una moltitudine di fattori che rendono di fatto quasi impossibile definire una “distanza di sicurezza” che possa essere ritenuta del tutto sicura.

La cosa in assoluto migliore è prevenire la presenza di fibre nell’ambiente e, quando possibile, bloccarle al suolo con opportune soluzioni (oviiamente naturali ed integrate nel territorio).

Un tipico tetto in amianto con eternit
Ancora molti tetti sono in amianto

Amianto Friabile

L’amianto friabile, per gli effetti di danno alla salute, è quello più pericoloso ed assolutamente da contrastare.

Infatti, i materiali che contengono amianto friabile, sono da considerarsi come le più importanti sorgenti di emissione delle fibre.

Dobbiamo fare molta attenzione anche ai materiali che diventano friabili a seguito di eventi dannosi, es. terremoti, alluvioni ed in generale le calamità.

Dopo il crollo delle torri gemelle a New York, ad esempio, molte persone si sono ammalate a seguito della enorme nuvola di detriti contenente amianto che si è liberata e che ha viaggiato per vari giorni.

Si tratta anche di uno degli inquinanti più pericolosi a seguito di operazioni militari e di sicurezza, come (tra gli altri) il caso dell’Afghanistan ci insegna.

Pertanto, l’amianto friabile è la minaccia numero uno in assoluto.

Il Caso dell’Eternit

Eternit è una parola che rimanda ad una storia drammatica che racconta il rapporto tra esseri umani ed amianto. Senza dubbio, la storia più emblematica.

Senza entrare nel dettaglio della questione e men che meno delle vicende giudiziarie, ricordiamo che l’amianto una volta era considerato assolutamente innocuo.

Come spesso accade, infatti, è necessario che si verifichi qualcosa di veramente “brutto” o drammatico.

Solo allora ci si comincia a rendere conto del pericolo reale delle situazioni che stiamo vivendo.

La Eternit, azienda passata alle cronache per la triste vicenda, è ben descritta sulle pagine del sito ufficiale del comune di Casale Monferrato.

In queste pagine, possiamo trovare come un tempo la fabbrica era la principale “risorsa” della zona.

In seguito, la Eternit si è trasformata in una delle peggiori “bombe ecologiche” dell’Italia intera.

Tuttavia, la possibilità di far tornare l’amianto una potenziale risorsa ancora esiste; questa volta in un senso positivo, che potrà eliminare per sempre il rischio ambientale e sanitario.

La fabbrica Eternit di Casale Monferrato
La Eternit di Casale Monferrato – immagine La Repubblica

Eternit Senza Amianto

Un primo passo deciso in questa direzione è stato fatto con la produzione di eternit senza amianto.

In questo caso, non si tratta quindi di un vero “eternit”, quanto piuttosto di un sostituto.

Un prodotto che ovviamente è privo di amianto e/o di altri materiali in minima misura paragonabili.

Un primo passo, comunque fondamentale, per raggiungere l’obiettivo della completa sostituzione dell’amianto dalla circolazione, sebbene l’obiettivo sia ben lontano dall’essere raggiunto.

Il settore militare, così come quello ferroviario e quello marittimo, si trovano ad affrontare ancora oggi problemi e questioni interenti la presenza di amianto nei rispettivi comparti (in passato soltanto, si spera).

Si tratta di una battaglia ancora lunga, combattuta anche e soprattutto in nome di chi non c’è più e che non è stato tutelato in vita.

Molti familiari delle vittime continuano la loro battaglia di giustizia nelle aule dei tribunali, in questo supportate dall’Osservatorio Nazionale Amianto, baluardo perla difesa dei diritti di chi è stato esposto.

Amianto naturale un rischio sempre presente
La cava di Balangero – immagine da Flickr

Amianto Naturale

Non dobbiamo dimenticare inoltre che l’amianto può essere presente anche in assenza di materiali che lo contengono, intesi come prodotti elaborati dall’attività umana.

L’amianto naturale rappresenta un capitolo troppo sottostimato, che merita al contrario la massima attenzione.

Le cave, ad esempio, da cui il materiale fu estratto (ed ancora nel mondo ve ne sono di attive), sono sempre state e continuano ad essere luoghi da attenzionare con il massimo livello di cura.

Questo purtroppo non accade nella pratica di ogni giorno.

Il caso della cava di Balangero in Piemonte è un esempio di come il rischio possa estendersi nel tempo. Solo la natura, per la sua presenza costante e benefica, può fare da barriera o da filtro per migliorare le cose.

La presenza dell’amianto naturale è importante perché ci fa capire come non tutto dipenda dall’uomo.

Così come per i cambiamenti climatici, limitare l’azione negativa dell’uomo non basta.

Bisogna fare molto, molto di più.

Lo smaltimento è essenziale, non solo nel caso della Eternit.
Lo smaltimento è cruciale

Smaltimento e Altre Soluzioni

Spesso sentiamo parlare di smaltimento dell’amianto e di bonifica dell’amianto: ebbene, cominciamo con il sottolineare come i termini bonificare e smaltire non siano affatto sinonimi.

Vero è che possiamo togliere l’amianto dai tetti e da tutti i luoghi ove esso ancora si trova.

Ad esempio, si stima che in giro vi siano ancora alcune decine di milioni di tonnellate.

Altrettanto vero è che se poi lo portiamo in una discarica (magari nemmeno tanto “controllata”) finiamo per fare come gli sprovveduti che pensano di potersi nascondere dietro ad un dito.

ll semplice fatto di conferire in discarica l’amianto non determina affatto uno smaltimento.

Piuttosto si espone l’ambiente e la salute dei cittadini ad una sorta di “evoluzione del rischio” (pensiamo al verificarsi di alluvioni, incidenti tecnologici etc.).

Trattamenti di Inertizzazione

Certamente avrete sentito parlare delle tecniche di “inertizzazione dell’amianto”, che si basano su trattamenti (citiamo il DM 29/7/2004, n° 248) “che conducono alla totale trasformazione cristallochimica dell’amianto, e rendono possibile il riutilizzo di questo materiale come materia prima“.

Questa è una strada da percorrere, facendo però sempre attenzione che tra le varie opzioni, spesso caldeggiate, ve ne sono alcune non prive di rischi.

Tra queste, le torce al plasma (energivore e soprattutto responsabili della emissione di nano-polveri).

C’è anche il cosiddetto “forno” per il trattamento termico dell’amianto, che a sua volta può liberare nano-polveri senza contare il consumo di energia.

Per essere però corretti al 100%, dobbiamo dire che anche in presenza delle soluzioni citate sopra è possibile fare un piano per la sicurezza dell’ambiente circostante.

Dall'Eternit in poi, mai dimenticare questo problema
Mai dimenticare questo problema

Conclusioni

Per sintetizzare, abbiamo quanto segue:

  • l’amianto è un gravissimo problema, deve assolutamente essere risolto il prima possibile perché gli effetti di danno sulla salute delle persone non hanno ancora raggiunto il picco e questo vorrà dire inevitabilmente aumento della spesa pubblica in termini di costi sanitari oltre che riduzione della forza lavoro. Non dimentichiamoci anche dell’amianto naturale
  • l’amianto non può essere considerato “smaltito” in discarica, sia perché l’Unione Europea scoraggia l’uso delle discariche “controllate” (che in Italia, poi, spesso non sono controllate, vedi il caso della discarica di Cappella Cantone in Lombardia) sia perché la tenuta delle discariche è limitata nel tempo ed inoltre esse rappresentano un sequestro di territorio che non ci si può più permettere di questi tempi

Ma soprattutto:

  • l’amianto può diventare una nuova risorsa, una materia prima capace di spingere un settore imprenditoriale nuovo che, sebbena sia ancora caratterizzato da dubbi ed incertezze in termini di resa economica ed efficienza ambientale, deve necessariamente essere sospinto ed incoraggiato, a livello nazionale, affinché si creino le condizioni migliori per fare impresa ed al contempo risolvere uno dei più grandi problemi igienico – ambientali del nostro tempo.

Detto questo, non possiamo dimenticare che anche le migliori intenzioni possono essere facilmente travisate, ad esempio se il trattamento virtuoso dell’amianto si accompagnasse (illegamente) con quello dei rifiuti “scomodi” di cui nessuno vuole occuparsi direttamente.

Combattere l’amianto è una scelta responsabile, farlo in modo sostenibile è una scelta scientifica, ma, prima di tutto, decidere di occuparsene è una scelta etica.