Iris pseudacorus: La Barriera Galleggiante Che Attira L’Inquinamento

Ci sono elementi naturali in grado di fare da barriera spontanea alla diffusione dell’inquinamento, che tuttavia possono funzionare bene anche in una modalità diversa: questo è proprio il caso dell’Iris pseudacorus (o iris giallo, o iris delle paludi).

Questa opzione è ben più che interessante, perché consente di coltivare piante floreali anche al di fuori del loro habitat naturale (in ambiente controllato) e successivamente disporle sul territorio per intercettare gli inquinanti oggetto di interesse.

La presenza della contaminazione multipla è, infatti, sempre più rilevante e servono misure barriere) in grado di frapporsi alla maggior parte di essi.

Nel caso di oggi, la soluzione prevede la creazione di una barriera naturale molto efficace sia per le capacità di assorbimento di più inquinanti, ma anche per la sua duttilità.

Esistono infatti soluzioni naturali in grado di potersi adattare ai diversi contesti ambientali.

Addirittura, ne esistono altre in grado di “rispondere a comando” per rimuovere l’inquinamento in precisi punti, prima di altri.

Una grande occasione che potrà diventare ancora più importante grazie al supporto delle tecnologie digitali.

Iris pseudacorus un ottimo strumento naturale per assorbire l'inquinamento delle acque

Iris pseudacorus In Natura: L’Effetto Barriera

Anche se lasciato sul posto, nei luoghi ove cresce tipicamente, l’Iris pseudacorus ha dimostrato di avere un ottimo effetto assorbente nei confronti di svariati inquinanti ambientali.

Pur essendo una pianta acquatica, è motlo interessante notare che può sopravvivere anche all’asciutto per diverso tempo.

Questo lo rende un ottimo condidato in particolari condizioni di intervento ambientale, sia per gli inquinanti acquatici, sia per quelli che generalmente si trovano al suolo.

Tuttavia, nella soluzione di oggi, il lavoro di assorbimento dell’iris pseudacorus si svolge in acqua, anche se in una modalità un pò diversa da quanto si potrebbe immaginare.

Iris pseudacorus come strumento per fare da barriera a diversi inquinanti acquatici - immagine Elstef @Pixabay
Iris pseudacorus come strumento per fare da barriera a diversi inquinanti acquatici – immagine Elstef @Pixabay

L’Iris Come Componente Di Una Barriera Galleggiante

Le isole flottanti, o galleggianti, rappresentano uno degli strumenti più interessanti ed utili ai fini della fitodepurazione dei corsi d’acqua.

Si tratta infatti di realizzare veri e propri isolotti galleggianti sui quali ci sono piante utili per l’assorbimento di vari inquinanti.

La cosa interessante è che si possono scegliere esattamente le migliori piante per il particolare profilo ambientale nel quale l’isola galleggiante si troverà inserita.

Nel caso dell’Iris pseudacorus, la contaminazione di riferimento riguarda sia inquiannti organici che metalli, uno in particolare, particolarmente pericoloso per la salute e soprattutto per l’agricoltura.

Lo schema di un'isola galleggiante su cui installare l'Iris - immagine VD Velde
Lo schema di un’isola galleggiante su cui installare l’Iris – immagine VD Velde

Contrastare Metalli Ed Inquinanti Organici Con L’Iris Giallo

Le attività minerarie, ma più in generale la presenza di impianti industriali “pesanti”, insieme ai nitrati ed ai nutrienti che derivano dall’agricoltura e dall’allevamento, rendono necessario intervenire anche a livello ambientale.

Questo per evitare che una parte dell’inquinamento misto (per la presenza delle varie componenti elencate sopra) possa diffondersi ulteriormente nell’ambiente.

Questo è il motivo per cui qualcuno ha anche pensato a creare delle specifiche barriere naturali, da localizzare in punti strategici, fatte con l’Iris pseudacorus.

Questa pianta floreale è stata quindi inserita in una barriera galleggiante, posta sulla superficie di un bacino d’acqua contaminato da valori eccessivi di cadmio, azoto e fosforo.

Altre realtà geografiche possono presentare inquinanti specifici diversi ma si tratta comunque di un esempio rilevante.

Anche perché è possibile ricavare un simile comportamento da parte di altre piante floreali, adattabili a diversi contesti.

Un esempio di barriera naturale basata sulle capacità dell'Iris pseudacorus - immagine Gardening Know How
Un esempio di barriera naturale basata sulle capacità dell’Iris pseudacorus – immagine Gardening Know How

Il Rapporto Tra Iris pseudacorus E Concentrazione Dell’Inquinamento

In particolare per quanto riguarda i metalli, si è notata una cosa interessante.

Si tratta dell’efficacia dell’iris giallo nei confronti del cadmio, che risulta assorbito meglio quando si trova in basse oppure in alte concentrazioni.

Fatto particolare ma utile da conoscere: infatti, per ovviare a questa situazione, per le concentrazioni “di mezzo”, si è pensato di associare un’altra pianta, la Phragmites australis.

Essa è un noto iperaccumulatore di metalli, pertanto può ben aiutare l’Iris pseudacorus nella sua azione di assorbimento.

Facendo riferimento ai valori medi di contaminazione, abbiamo che l’Iris giallo funziona molto bene in presenza di:

  • Concentrazione di cadmio 1 o 4 mg/L
  • Concentrazione di azoto 4 mg/L
  • Concentrazione di fosforo 1.8 mg/L

Per le concentrazioni “di mezzo”, invece, la Phragmites australis dà il suo meglio.

L’unione delle due piante permette quindi di ottenere la massima protezione in questi casi.

Si possono creare più barriere, sia galleggianti che fisse - immagine Wisconsin Wetlands Association
Si possono creare più barriere, sia galleggianti che fisse – immagine Wisconsin Wetlands Association

Le Caratteristiche Dell’Assorbimento Degli Inquinanti Acquatici

Una volta posto in acqua con la barriera, l’Iris pseudacorus necessita di un certo tempo per poter restituire ottimi risultati.

Pur con alcune variazioni dipendenti da vari fattori ambientali e climatici, la durata media dell’assorbimento (per ottenere il migliore risultato) è di 50 giorni.

Per effetto di questo assorbimento (di tutte e tre gli inquinanti principali, azoto, fosforo e cadmio), la pianta di Iris giallo dimostra alcuni tratti visibili.

Prima di tutto, si nota un aumento dell’altezza, ma anche un incremento di produzione della biomassa.

Questi si accompagnano anche ad un aumento della lunghezza delle radici ed anche dell’indice di clorofilla, che indica l’intensità della clorofilla presente nelle piante.

Ci sono poi altre interessanti caratteristiche legate all’assorbimento.

Le radici della pianta assorbono molto bene questi inquinanti - immagine riverwranglersofstockbridge @Ebay
Le radici della pianta assorbono molto bene questi inquinanti – immagine riverwranglersofstockbridge @Ebay

Le Radici Dell’Iris Come Elemento Fondamentale Per Il Risanamento Dell’Acqua

Trattandosi di assorbimento, il primo distretto della pianta ad essere interessato è quello delle radici.

Nel caso dell’Iris pseudacorus l’assorbiemnto di cadmio a livello del sistema delle radici (quando inserito in un’isola galleggiante) può arrivare a valori di 4.900 microgrammi per unità di superficie.

Per unità di superficie si fa riferimento ad un’area (occupata dagli Iris) pari a 0.05 m2.

Il fattore di traslocazione, vale a dire di trasporto verso le parti alte della pianta, è inferiore ad 1.

Questo vuol dire che c’è un limitato trasporto del cadmio verso le parti alte della pianta, il che si traduce in una migliore sopravvivenza anche in contesti di particolare inquinamento.

Una barriera di Iris pseudacorus in azione - immagine solvepest
Una barriera di Iris pseudacorus in azione – immagine solvepest

La Garanzia Portata In Dote Dall’Iris pseudacorus

Nonostante il trasporto verso le parti alte della pianta sia basso, qualcosa si trova comunque.

Infatti, circa 600 microgrammi per unità di superficie possono essere rilevati nelle piante di Iris pseudacorus che compongo o la barriera galleggiante.

C’è poi un’altra caratteristica da menzionare.

Si tratta della ottima capacità di trattenere gli inquinanti assorbiti: questa caratteristica rende l’Iris giallo una pianta di assoluto valore per lo scopo prefissato.

Infatti, questa pianta ha una buona capacità di bioconcentrazione, vale a dire riesce a concnetrare bene gli inquinanti assorbiti al suo interno.

Il risultato è la garanzia di poter rimuovere completamente la quota di inquinamento assorbito, quando la pianta stessa viene rimossa.

Si è dimostrato che l’Iris pseudacorus ha un elevato potere di fitostabilizzazione, fenomeno che impedisce agli inquinanti di muoversi ulteriormente nell’ambiente.

Si può fare un maggiore uso di questo fiore per un assorbimento ancora migliore - immagine annetteJO @Pixabay
Si può fare un maggiore uso di questo fiore per un assorbimento ancora migliore – immagine annetteJO @Pixabay

Barriere Galleggianti E Oltre

La prospettiva di usare barriere galleggianti è molto interessante.

Tuttavia, per sfruttare appieno alcune caratteristiche speciali delle piante in esse inserite, proprio come l’Iris psudacorus, è necessario fare qualcosa di più.

La frontiera verso cui andare è rappresentata dall’integrazione delle tecnologie digitali che consentono di raggiungere due importanti obiettivi.

Prima di tutto, avere la conoscenza esatta delle caratteristiche dell’inquinamento in punti diversi della superficie e della massa totale dell’acqua, seguendone le variazioni in tempo reale.

In seconda battuta, permettere alle barriere galleggianti di muoversi e sostare nei punti dove l’inquinamento presenta certe caratteristiche, al fine di fare un lavoro altamente mirato.

Infine, c’è anche la possibilità di portare barriere diverse nello stesso luogo, per diversificare e migliorare l’assorbimento.

Iris pseudacorus un ottimo strumento naturale per assorbire l'inquinamento delle acque

Conclusioni

Il caso dell’Iris pseudacorus ci dimostra quanto sia importante usare elementi naturali locali per vincere importanti battaglie contro l’inquinamento ambientale.

In particolare, è possibile costruire speciali barriere naturali con l’inserimento di piante che hanno caratteristiche diverse, ma tutte importanti ai fini dell’assorbimento degli inquinanti.

Proprio come nel caso della Phragmites australis che può aiutare l’Iris pseudacorus nei casi di contaminazione per i quali si è dimostrato che l’assorbimento è inferiore.

Senza contare la possibilità di poter estrarre e coltivare (in appositi incubatori) le piante e successivamente riportarle nel loro habitat, anche se in forma di isola galleggiante.

Una soluzione molto utile, che lavora in temi ragionevoli e che, soprattutto, può essere realizzata e gestita in totale collaborazione con le comunità che vivono nelle zone afflitte dal problema.

Una grande opportunità per fare di più e meglio in presenza di una contaminazione di titpo organo-metallico.

Una prospettiva anche per il futuro, anche per sfruttare il potenziale, enorme e sottostimato, delle tecnologie digitale per il risanamento dell’ambiente.