Riciclo Pneumatici: In Barriera A Guanacaste

La mancanza di fondi non può un essere un alibi per il lassismo nella protezione del territorio, perché esistono già svariate soluzioni, come nel caso del riciclo pneumatici usati, che possono diventare soluzioni straordinarie come quando riciclare pneumatici può salvare vite umane.

Il programma BOSAI, una delle migliori manifestazioni del concetto di “cooperazione internazionale”, rappresenta in questo caso un esempio straordinario di intervento “open source” in grado letteralmente di salvare persone, imprese, natura e cultura di un intero popolo.

Farlo poi usando a proprio vantaggio il riciclo pneumatici è davvero un valore aggiunto di eccezionale qualità.

Indipendentemente dalle convinzioni e dagli interessi di ognuno, non possiamo non amare il Costa Rica per lo straordinario esempio che ha dato e continua a dare al mondo.

Questo vale per la tutela dell’ambiente e la valorizzazione della natura come elemento di spinta decisa per lo sviluppo.

Senza dimenticare le soluzioni di avanguardia per contrastare la vulnerabilità al rischio di calamità naturali.

Ancor più di questi tempi, se pensiamo che questo Stato ha deciso di non disporre di un esercito ed ha investito pesantemente nella protezione del territorio, facendo in modo che un piccolo territorio potesse a buon diritto diventare un “tempio” della biodiversità.

Riciclo pneumatici per le emergenze
Riciclo pneumatici – immagine BOSAI

Riciclo Pneumatici: Una Nuova Frontiera

Come riciclare pneumatici?

Abbiamo citato sopra il Costarica perché, proprio in questo piccolo grande Stato è stata portata, fin dall’inizio degli anni 2000, una grande innovazione che riguarda il riciclo pneumatici.

Tale innovazione ha innalzato il livello di protezione di fronte al cambiamento climatico e soprattutto alle emergenze da questo determinate.

Riciclo Gomme Usate

Una delle prime cose da fare per fronteggiare i gravi (e sempre più frequenti) rischi di calamità naturale dovuti al cambiamento climatico è senza dubbio partire con l’uso di ciò che si ha.

Ecco perché è nato uno specifico programma dello UNDP: esso è stato sperimentato con successo in seguito al “Terremoto Cinchona“.

Nel Gennaio del 2009 questo teremoto si è abbattuto sull’area Nord del Paese, con un epicentro localizzato a circa 30 Km in direzione Nord – Nord Ovest della capitale San José.

Qualche anno prima si era già cominciato ad utilizzare nello specifico gli pneumatici usati per finalità ambientali molto importanti, grazie al ruolo della cooperazione giapponese in Costarica (JICA).

Una nuova vita per gli pneumatici usati

Pneumatici Usati: Una Materia Prima Seconda Tra Le Più Utili

Perché riciclare pneumatici usati?

La scelta è caduta su questa “materia prima seconda” soprattutto per il fatto che non è del tutto necessario fare una trasformazione della stessa.

In altre parole, gli pneumatici usati possono essere usati così come sono, senza bisogno di attivare procedure complesse.

Inoltre, cosa assolutamente meritoria, senza determinare emissioni in atmosfera, in acqua, oppure al suolo.

Questo è un vantaggio enorme, soprattutto se consideriamo attività industriali con impatto sull’ambiente come gli impianti di pirolisi che trasformano gli pneumatici in combustibile (approssimando molto la descrizione).

Così è nata la “Metologia Horigome“, che prende il nome dal Prof. Horigome, l’inventore di questa particolare strategia che ottiene due risultati molto importanti in chiave ambientale:

  • ricicla a costo molto basso gli pneumatici usati e li mette a disposizione del beneficio per l’intera collettività
  • permette alla comunità di essere protetta nel caso delle violente alluvioni tipiche del Centro America

Questa metodologia è stata applicata per la prima volta nella provincia di Guanacaste, che di fatto si è trasformata nel teatro dei pionieri di un nuovo modo di intendere il riciclo (ma anche il risuo) degli pneumatici usati.

A proposito di riciclo e riuso di pneumatici, non possiamo non soffermarci su alcuni aspetti essenziali.

Il modello attuale non è privo di rischi

Macchinari Per Riciclo Pneumatici

Facciamo una breve digressione e spieghiamo un pò meglio questa modalità per lo “sfruttamento” (meglio non definirlo riciclo) degli pneumatici usati.

Si tratta di una modalità che se analizzata sul piano economico presenta un bilancio non sempre positivo (quando consideriamo tutto il ciclo di vita del processo), con in aggiunta una serie di rischi per l’ambiente.

La pirolisi, per quanto possa essere definita “sicura” (il rischio zero non esiste), prevede di fatto l’incenerimento degli pneumatici per la produzione di energia.

Premettiamo che l’energia prodotta da combustione di qualsivoglia elemento è sempre un rischio ed alla lunga determina rischi maggiori dei benefici.

Resta uno spreco quello di “incenerire” gli pneumatici che possono essere utilizzati senza emissioni in altri modi.

L’energia può arrivare da altre fonti in quantità molto maggiore, senza contare che spesso (chi scrive ne ha la prova diretta) la qualità del combustibile che si ricava non è decisamente il massimo.

In sostanza, non è un modo per riciclare pneumatici, ma per sottrarli al vero riciclo.

Detto questo, vediamo di cambiare paradigma e utilizzare materie prime seconde per altri scopi,.

Questo per non “sporcare” letteralmente il concetto di “sostenibilità”, che di questi tempi sembra sempre più spesso diventare un alibi per operazioni di diversa natura.

Riciclare Pneumatici: 30 Idee e 1 Successo Garantito

Dalla trasformazione in pavimenti per palestre per arrivare alla moda con borse, cinture, persino vestiti ed accessori di vario genere.

Potremmo elencare decine e decine di opportunità che il riciclo degli pneumatici ci mette a disposizione.

Tutto senza ovviamente pensare a processi industriali impattanti, quali la pirolisi che abbiamo brevemente considerato poco sopra.

Tra i “trend” certamente più interessanti, non possiamo dimenticare anche l’uso degli pneumatici come risorsa per la fabbricazione di materiale edilizio.

Un’industria non del tutto nuova ma che, grazie agli avanzamenti tecnologici, sta progressivamente ottenendo significativi risultati, sebbene ancora non sia facilmente accettata dalla pubblica opinione.

Detto questo, il migliore successo ambientale che si possa ottenere è quello presentato proprio dalla Metodologia Horigome.

Il manuale della Metodologia Horigome

Come Riciclare Pneumatici Usati: L’Esempio Horigome

Senza entrare nel dettaglio del manuale che spiega in dettaglio come realizzare tutto quanto serve per usare gli pneumatici come protezione per le alluvioni, ricaviamone le cose più importanti.

Prima di tutto, questa soluzione permette di risolvere uno dei più importanti problemi ambientali ed industriali, legati alla presenza ingombrante degli pneumatici usati.

Il riciclo pneumatici, infatti, necessita di siti di stoccaggio.

Le barriere così realizzate diventano anche dei siti di stoccaggio molto diffusi sul territorio e senza necessità di occupazione di spazio.

La seconda cosa, direttamente legata alla precedente, è la possibilità di stabilire una “data di scadenza” per gli pneumatici che entrano a far parte della barriera.

Così facendo, essi possono avere letteralmente una “seconda vita” e successivamente essere destinati ad altre, successive filiere produttive.

In casi estremi persino alla pirolisi, comunque sempre in presenza di specifici piani di riduzione del rischio ambientale.

Da questa, deriva un’altra vera e propria “chicca” prevista dalla Metodologia Horigome.

Il concetto è: riciclare pneumatici e creare una “filiera” più lunga ed utile a vari settori del vivere sociale.

Idee Riciclo Pneumatici

Non tutti gli pneumatici possono essere “qualificati” per entrare a far parte della barriera secondo i canoni della Metodologia Horigome.

Così, è possibile fare una scelta in fase iniziale ed attivare altre linee produttive a fianco della costruzione delle barriere stesse.

Si tratta di linee produttive che utilizzano gli pneumatici in modo parziale, che diventano comunque utili per lavorazioni più limitate in senso dimensionale, ma utilissime per l’economia locale (guarnizioni, accessori ed altri simili).

Progettando la barriera

Riciclo Gomme Auto: C’è Persino di Più

Insieme al riciclo pneumatici, la Metodologia Horigome raggiunge un altro risultato straordinario.

Infatti, essa considera un altro rifiuto, partucolarmente ingombrante e persino “critico” quando si pensa alla possibilità di smaltimento o riutilizzo.

Si tratta dei rifiuti dell’edilizia, in larga parte di cemento, che diventano una sorta di “collante” fra gli pneumatici

Seguendo una disposizione ed una proporzione ben precisa la barriera risultante è molto più stabile.

Questa associazione, tra pneumatici usati e rifiuti dell’edilizia, ha una particolare utilità soprattutto in aree dove più emergenze e calamità naturali (o climatiche) si sovrappongono.

Come il caso del Costarica e più in generale del Centro America, con la presenza di alluvioni e terremoti.

Ricordiamo ancora il terremoto di Cinchona del 2009 che ha di fatto inaugurato la pratica del “Recupero Sostenibile”.

I detriti del terremoto possono diventare oggetto di riciclo immediato per la protezione dalle alluvioni.

Inoltre, le micro-imprese nate proprio per questo in una finestra temporale limitata, diventano il primo motore dell’economa locale nel post-disastro.

Questa, tuttavia, è un’altra storia.

Riciclo pneumatici all'opera in una barriera
La barriera in fase di test

Riciclo Creativo Pneumatici Usati

Come abbiamo visto, la Metodologia Horigome porta in dota una buona dose di creatività.

Certo, i passaggi per la realizzazione della barriera vanno seguiti alla lettera, per evitare errori che possono risultare determinanti.

Questa metodologia va comunque ben oltre la “semplice” azione di protezione dai rischi dovuti al cambiamento climatico (cosa che comunque non è certo da poco).

C’è la possibilità di cambiare alcuni parametri, persino le forme, la lunghezza, lo spessore e l’altezza di questa barriera modulare.

Così si può proteggere in modo selettivo una o più aree a rischio, aspetto che rende il tutto davvero molto interessante.

Tuttavia, ciò che più dovrebbe interessare, è il fatto che una barriera di questo tipo può essere realizzata molto velocemente a costi che sono irrisori.

Possiamo infatti recuperare le materie prime (seconde) per l’effettiva realizzazione dell’opera a costo zero.

Basta seguire il manuale ed ogni comunità, meglio ancora se con il supporto delle amministrazioni locali, può decidere cosa proteggere prima di tutto.

Non solo, così potrà ripartire rapidamente dopo un’alluvione.

Trasformiamo un problema in risorsa

Riciclo Pneumatici Fai Da Te

Il manuale della Metodologia Horigome è così semplice e di facile lettura che, in teoria, ogni privato, anche individualmente, potrebbe ben realizzare una sorta di “piccola barriera domestica” al fine di proteggere una o più strutture di proprietà.

Tuttavia, vista l’importanza del riciclo pneumatici e la necessità di associare tutto il lavoro al bene della comunità per innalzarne i livelli di “resilienza“, appare opportuno che siano i gruppi organizzati ad occuparsene.

Poi, naturalmente, i cittadini che partecipano alla realizzazione possono e devono dare il loro contributo di idee e di creatività.

Questo al fine di rendere il tutto unico e sempre più efficace, pur rimanendo all’interno della “cornice” stabilita dal manuale.

Playa Matapalo a Guanacaste

Conclusioni

Probabilmente il fatto di pensare ad un uso di questo tipo per il riciclo pneumatici è cosa che può essere ritenuta abbastanza alternativa.

Purtroppo, o per fortuna in molti casi, fare ricorso alla creatività è condizione essenziale per risolvere problemi che, se ancora si presentano, è proprio perché nessuno li ha mai affrontati con un approccio diverso.

Le applicazioni della Metodologia Horigome a Guanacaste hanno dato risultati molto soddisfacenti.

Da allora fino ad oggi, la sua applicazione è considerata una delle misure più importanti per la protezione dalle alluvioni.

Certo ci sono alcuni aspetti da migliorare, infatti altri elementi naturali (e non) possono ben venire in soccorso di questa metodologia.

Questo la renderà più immediata ed efficace di quanto non sia ora.

Un punto di inizio molto importante in ogni caso, che traccia una via da seguire per evitare di continuare a pensare alle emergenze come qualcosa di incontrastabile.

Del resto, già nel 1992 le Nazioni Unite parlavamo di “mitigazione ed adattamento” ai cambiamenti climatici.

In Italia siamo troppo indietro: con il tempo il gap aumenta, pertanto si può recuperare solo grazie ad uno scatto creativo che sappia andare nella giusta direzione.