Riciclare Rifiuti Elettronici Con i Dentifrici

Riciclare rifiuti elettronici è una pratica meritoria ed anzi è necessario spingere al massimo questo settore per evitare che si determinino alcuni problemi ambientali correlati alle caratteristiche di questa attività industriale.

Così, è importante adottare delle misure naturali, totalmente ecologiche ed al 100% green, al fine di rendere ogni momento della produzione il meno impattante possibile per l’ambiente circostante.

Questo è possibile grazie ad una soluzione sorpendente, che ci permette di aprire un filone davvero interessante ed innovativo in tema di “economia circolare”.

Cosa c’entrano, dunque i dentifrici con le attività per riciclare rifiuti elettronici?

Riciclare rifiuti elettronici con i dentifrici

Riciclare Rifiuti Elettronici: Una Pratica Da Sostenere

E’ molto importante sostenere l’attività di riciclo dei rifiuti elettronici.

Per farlo, prima di tutto è necessario conoscere ogni aspetto, anche il meno rilevante, che comunque può avere un impatto sull’ambiente circostante.

Come abbiamo già considerato infatti, esistono alcuni rischi legati alla lavorazione (in generale) dei rifiuti RAEE, pertanto è importante conoscerli per evitarli.

Indipendentemente da quelle che sono le attenzioni che un’impresa puà dedicare, nell’ottica di ridurre le emissioni, ci sono almeno due importanti categorie di inquinanti che vanno considerate con la massima attenzione.

Il riciclo dei rifiuti elettronici nasconde alcune insidie – immagine 19661338 @Pixabay

I Rischi Legati Alle Operazioni Per Riciclare Rifiuti Elettronici

Si tratta di due grandi gruppi di inquinanti che, a vario titolo ed in varia misura, possono essere presenti nell’intorno degli stabilimenti che lavorano con i componenti elettronici.

Esse sono:

  • PBDE (Polibromodifenileteri)
  • Metalli pesanti

Nel caso in oggetto ci occupiamo dei metalli pesanti, perché ve ne sono alcuni che possono essere particolarmente presenti e che, se non contrastati, hanno la capacità di migrare ed interessare altre aree di territorio.

In particolare si tratta di:

  • Piombo
  • Rame
  • Cadmio
  • Zinco

Per fronteggiare la presenza dei metalli pesanti, esiste una opzione molto utile, che spesso però non riceva una adeguata attenzione.

E’ il caso di approfondirla.

Bloccare I Metalli Con Additivi Naturali

La possibilità di immobilizzare i metalli grazie all’applicazione di additivi naturali è un’opzione da ricordare sempre.

Sebbene infatti i metalli non spariscano dal suolo, essi perdono la possibilità di muoversi e, per fare un esempio, non possono essere assorbiti dalle piante che crescono sul terreno contaminato.

Ebbene, aggiungendo un particolare additivo, che è anche un componente di molti dentifrici, è possibile ottenere questo importante risultato.

Idroassiapatite – immagini Today’s Research

Nanoidrossiapatite Per Ambiente e Salute

Si tratta della Idrossiapatite, materiale atossico, biocompatibile e con capacità protettive persino superiori al fluoro: questo è il motivo per cui vengono prodotti diversi dentifrici con idrossiapatite al posto del fluoro.

Va detto, però, che questo materiale può anche essere usato insieme al fluoro: quando ciò accade, le proprietà del dentifricio risultate sono persino migliori.

L’idrossiapatite sintetizzata in modalità “nano“, quindi dimensionalmente molto ridotta, può essere applicata quale additivo nello strato 0 – 10 cm di suolo in presenza di metalli pesanti.

Quando questo additivo si trova al suolo, ha la capacità di “bloccare” i metalli, immobilizzandoli di fatto.

Tale azione impedisce ai metalli di essere assorbiti da elementi naturali eventualmente presenti in loco.

Ma c’è di più.

Lo strato superficiale del suolo è il teatro dell’azione – immagini Goumbik @Pixabay

Riciclare Rifiuti Elettronici Con Benefici Per Il Suolo E Per Le Piante

L’applicazione della Nanoidrossiapatite nei primi 10 cm di suolo ha dimostrato di determinare altri due importanti benefici.

Da un lato, essa stimola biodiversità microbica del suolo ove si trova applicata.

La misura di questa azione è data dall’incremento di due popolazioni batteriche, in particolare Stenotrophomonas e Bacteroides.

Inoltre, a seguito di approfondite analisi sugli enzimi che vengono espressi dalle piante che si trovano a crescere su di un suolo ove è stata applicata la nanoidrossiapatite, è risultato che lo stato di salute delle piante è decisamente migliore.

Pertanto, possiamo dire che aggiungere al suolo questo additivo, rende le operazioni per riciclare rifiuti tecnologici molto più ecologiche e din grado di rendere il territorio persino “migliore” di quanto non fosse in precedenza.

Il Lolium perenne – immagini Genetic Resources

Garantisce Il Lolium perenne

Per dare man forte a questa soluzione e dimostrarne la straordinaria efficacia, si è fatto riferimento al Lolium perenne.

Questa pianta è nota per la sua grandi capacità di assorbire i metalli dal suolo ove essa cresce, pertanto il fatto che in presenza di metalli + nanoidrossiapatite il Lolium non assorba, o assorba molto poco i metalli, rende ragione di ritenere questa soluzione un grande successo.

Non c’è ragione di tenerla “nel cassetto”, perché riciclare rifiuti elettronici è una pratica assolutamente meritoria e deve essere promossa al massimo.

Allo stesso modo, bisogna evitare che anche il più minimo “effetto collaterale” possa portare un’ombra sulla qualità e/o sulla sostenibilità del processo.

Proprio per questo scopo, riciclare rifiuti elettronici associando una protezione del suolo che arriva a questi livelli non può che essere una grande vittoria sia per le imprese che per l’ambiente.

Riciclare rifiuti elettronici con i dentifrici

Conclusioni

Ancora una volta, le soluzioni naturali per l’ambiente ci sorprendono per la loro efficacia, ma anche per la loro semplicità.

Una diffusione su vasta scala è essenziale, per rendere il pianeta un posto migliore e, come nel caso in oggetto, per evitare che l’aumento deciso di determinate operazioni industriali possano creare problemi di convivenza con gli ecosistemi nel futuro.