Microplastiche, La Minaccia Quotidiana: Questa Pianta Può Risolverla

Nel caso delle microplastiche, la minaccia quotidiana è spesso subdola e, quel che è persino peggio, non si mettono in opera azioni per riconoscerle e successivamente rimuoverla dall’acqua.

L’aspetto più determinate, in questi casi, riguarda proprio la possibilità di sapere dove le microplastiche si localizzano e, possibilmente, anche come si sposteranno nel tempo e nello spazio.

Solo conoscendo questi aspetti, si può pensare di intervenire in modo diretto per rimuoverle.

Così, nel video di oggi, voglio sottolineare l’importanza della possibilità di usare un metodo naturale per riconoscere le microplastiche.

Un metodo molto utile e conveniente, anche perché consente (senza dover portare modifiche aggiuntive) di togliere le stesse microplastiche in tempo reale.

Così, la minaccia sarà meno pericolosa.

Microplastiche la minaccia quotidiana e come affrontarla

Microplastiche, La Minaccia Quotidiana

L’inquinamento da microplastiche è sempre più importante ed il trend non in discesa, nonostante le buone intenzioni sul riciclo, sul riuso ed anche sulla riduzione della produzione di plastica a monte.

Dato il numero enorme di prodotti che hanno la plastica come componente, possiamo dire con certezze che nel caso delle micrplastiche, la minaccia quotidiana, subbola e persistente dovrà essere affrontata per diverso tempo ancora.

Consideriamo microplastiche le particelle (incluse le fibre) sintetiche con una dimensione compresa tra 1 e 1.000 micron (millesimo di millimetro).

Non dimentichiamo poi che, così come le microplastiche risultano dalla degrazione delle macroplastiche (più grandi), esistono le nanoplastiche, ancora più piccole delle microplastiche e derivate dalla degrazione di queste.

Come è possibile, dunque, riconoscerle ed individuarle, per poi rimuoverle in tempo (quasi) reale?

Microplastiche recuperate su una spiaggia – immagine Image For News

Riconoscere Le Microplastiche Il Prima Possibile

Una modalità davvero intelligente e pratica per individuare le microplastiche è quella di usare dei bioindicatori (o indicatori naturali).

Si tratta di elementi naturali (ad esempio piante acquatiche) ai quali le microplastiche possono attaccarsi e rimanere attaccate.

Così, andando a campionare il numero di microplastiche per unità di superficie ed effettuando alcuni calcoli aggiuntivi sulle caratteristiche specifiche del luogo, è possibile avere un’idea abbastanza precisa dell’entità del problema.

In particolare, c’è una pianta acquatica molto utile per lo scopo, che risulta ancora più efficace sul piano ambientale perché permette di risolvere due problemi.

La minaccia delle microplastiche ha un nuovo nemico
La Lemna minor o Lenticchia d’acqua – immagine OHGA

La Lemna minor Come Bioindicatore Per Le Microplastiche

Si chiama anche Lenticchia d’acqua (nome scientifico “Lemna minor”) ed ha un’ottima capacità di fare da bioindicatore per la presenza delle microplastiche nell’acqua.

L’aspetto più interessante ed anche utile sul piano ambientale è la grande affinità che alcune microplastiche hanno proprio nei confronti della Lemna minor.

Si tratta delle microsfere di polietilene (a bassa densità), che sono anche le più diffuse proprio negli ambienti acquatici.

Questo consente alla Lemna minor di essere un ottimo indicatore biologico per la presenza delle microplastiche nell’acqua.

Per dirla tutta, ci sono altre tipologie di particelle nei confronti delle quali questa pianta acquatica può essere usata per lo stesso scopo.

Sono le particelle che derivano dall’usura degli pneumatici (gomme come componente principale), fibre di PET (polietilene tereftalato), ma anche polvere di legno e particelle di cellulosa.

L’importanza della Lemna minor come bioindicatore è emblematica e merita di essere conosciuta.

La minaccia delle microplastiche anche per le radici della Lemna minor
Le radici della Lemna minor – immagini Wikipedia

La Minaccia Delle Microplastiche Vale Anche Per Gli Elementi Acquatici

E’ molto interessante notare che la presenza delle microplastiche in acque dove cresce anche la Lemna minor determina effetti caratteristici.

Il primo è la capacità di attaccare le radici della pianta.

Infatti, in assenza di fattori concomitanti, le radici della Lemna minor (la parte che si trova sotto l’acqua) sono accorciate se in presenza di microplastiche: la riduzione di lunghezza può arrivare al 20% del totale.

Persino peggio accade in presenza di particelle derivate dagli pneumatici: in questi casi le radici possono essere più corte anche del 25%.

Questo vale sulla carta, perché in condizioni reali esistono svariati microrganismi che proteggono le radici dall’attacco delle microplastiche.

Ecco perché non si deve considerare la lunghezza delle radici come il parametro di riferimento.

C’è un’altra cosa molto più utile sul piano ambientale da sfruttare.

L’adesione delle microplastiche (microsfere di polietilene) sulle foglie della Lemna minor – immagine Università di Lubiana

La Minaccia Quotidiana Delle Microplastiche Svelata Dalla Lemna Minor

La capacità di adesione alle foglie della pianta: questo è l’elemento essenziale da conoscere per avere idea della reale situazione.

Infatti, come si vede anche nel’immagine postata sopra, le microsfere di polietilene a bassa densità, così diffuse nell’ambiente, si attaccano alle foglie della Lemna minor determinandone quel tipico aspetto “a rugiada”.

Anche i tempi di adesione sono piuttosto rapidi, il che significa che avere già sul posto una certa quota di Lemna minor, al momento dell’arrivo delle microplastiche, consente di creare una sorta di “barriera” in grado di arrestare una importante quota di microplastiche.

Nel grafico sottostante potete osservare il confronto tra l’affinità delle diverse tipologie di particelle sintetiche per la Lemna minor.

Le microsfere di polietilene a bassa densità sono decisamente quelle che hanno la maggiore capacità di adesione alla pianta acquatica, tutte le altre sono molto meno affini.

Tuttavia, proprio grazie al fatto che questa tipologia di plastica è la più diffusa a livello ambientale, la Lemna minor diventa di diritto uno dei migliori elementi naturali su cui fare leva per misurare ed anche ridimensionare la minaccia quotidiana delle microplastiche.

Affinità delle microplastiche per la Lemna minor – immagine Università di Lubiana

La Minaccia Delle Microplastiche Può Essere Ridotta

La grande affinità delle microplastiche più diffuse nell’ambiente per la Lemna minor deve essere sempre più sfruttata per scopi ambientalmente utili.

Sicuramente è importante usarla per avere la migliore idea possibile sull’entità del problema (utilizzo come bioindicatore), ma c’è anche la concreta possibilità di ridimensionare la presenza delle microplastiche nell’ambiente.

Infatti, togliere dall’acqua le piante cui sono attaccate le microsfere di polietilene diventa il modo più semplice, rapido ed anche efficace per impedire la diffusione ulteriore del rischio.

Questo va fatto però tenendo conto di alcuni parametri, come la saturazione delle piante (cioè fino a quando esse sono in grado di assorbire microplastiche) ed anche le caratteristiche del luogo.

Infatti, sia la rimobilizzazione (microplastiche che si distaccano dalla pianta) sia la possibile concomitante presenza di altri fattori ambientali possono complicare il quadro.

Ecco perché è essenziale portare spesso sul territorio questa soluzione, al fine di caratterizzarla al meglio e farla diventare uno standard di riferimento per molte zone interessate dal problema.

Altre microplastiche di facile riscontro nell’ambiente – immagine Image For News

La Minaccia Quotidiana Delle Microplastiche Necessita Di Una Strategia Speciale

Per avere ragione della minaccia delle microplastiche, prima di tutto è necessario sfruttare gli elementi naturali che già sono presenti sul territorio.

Solo così facendo, infatti, si può limitare la diffusione rapida e capillare delle particelle sintetiche nell’ambiente.

Avere sul campo sia bioindicatori che elemeni in grado di rimuoverle è dunque il primo passo, seguito poi da un attento monitoraggio della situazione.

E’ poi importante fare ricorso a specifici simulatori per stimare le linee di dispersione delle microplastiche nell’acqua e cercare di intercettarle lungo il tragitto.

Infine, è importante associare a questa strategia altre azioni che hanno come obiettivi diversi inquinanti, spesso presenti insieme alle microplastiche, che caratterizzeremo nel prossimo futuro.

Microplastiche la minaccia quotidiana e come affrontarla

Conclusioni

Questa soluzione per quantificare e successivamente ridimensionare la minaccia quotidiana delle microplastiche ci insegna molto.

La cosa più importante, ancora una volta, è fare riferimento alla natura e sfruttare l’enorme potenziale che essa mette a disposizione.

Se poi pensiamo che la Lemna minor è una pianta invasiva in natura, c’è la possibilità di toglierla dove crea danni e portarla al servizio dell’ambiente e della salute pubblica, controllandola in modo rigoroso.

Ogni soluzione naturale presenta limiti e difetti, tuttavia con la pratica attiva in condizioni reali tutto può essere superato.